Sicilia (e non solo), chi di forestali ferisce…

di Riccardo Galli
Pubblicato il 27 Ottobre 2015 - 16:33 OLTRE 6 MESI FA
Sicilia (e non solo), chi di forestali ferisce...

Sicilia (e non solo), chi di forestali ferisce…

ROMA – Informano le cronache che a Palermo Piazza Indipendenza è bloccata al traffico. E anche Viale della Regione siciliana, e anche il cavalcavia…Gruppi di lavoratori alquanto nervosetti presidiano strade e piazze. E lo stesso accade a Catania, ad Enna, a Messina. Blocchi stradali, cortei volanti, presidi di piazze e palazzi più o meno istituzionali. Gruppi di lavoratori piuttosto nervosetti perché vogliono i soldi che loro spettano e che non arrivano.

In realtà vogliono ciò che loro spetta e anche qualcosa d’altro, vogliono ciò che è nelle loro aspettative, cioè, per dirla con il linguaggio sindacale, “completare le ore”. Per dirla in chiaro e semplice vogliono i soldi dello stipendio che ritarda e i soldi di una sorta di straordinario fisso che loro ritengono diritto acquisito. E vogliono entrambe le cose perché entrambe sono state loro promesse, assicurate, garantite.

Promesse, assicurate, garantite…da chi? Ma come da chi? E’ ovvio, dalla politica, dalla politica tutta e da tutta la politica siciliana. Che nella sua autonomia istituzionale, costituzionale e finanziaria ha in questi decenni (decenni e non anni) prodotto e consolidato il miracolo sociale della Regione con più dipendenti pubblici pro capite…d’Italia? D’Europa? Fate pure del pianeta e non vi sbagliate. Uno stipendio, una qualche retribuzione, fissa o precaria in attesa di diventare fissa la Regione Sicilia li fornisce ad una quota impressionante della popolazione siciliana. Quota senza pari nel paese e nel continente. Vale per i dipendenti in senso stretto della Regione, vale per i dipendenti della Sanità regionale, vale per i dirigenti il cui numero non ha paragoni. Vale anche per i gruppi di assistiti più o meno inventando per loro un lavoro. Lavoro ma in realtà non c’è, ma intanto una qualche retribuzione comincia a correre…

Vale ovviamente anche per i forestali che sono i lavoratori che stanno in queste ore paralizzando nervosetti alquanto un bel po’ delle città della Sicilia. Ovviamente i forestali siciliani sono in numero eccedente rispetto ad ogni parametro e paragone. Superfici boschive in Italia e in Europa non conoscono egual numero di addetti. In nessun luogo, con una solo clamorosa eccezione. Che poi eccezione non è, la Calabria. Che non è eccezione alla regola siciliana, è la capo stipite della regola: i forestali in Calabria sono legione e tradizione.

Ovviamente in Calabria e Sicilia per decenni hanno continuato e continuano a piazzare gente nei forestali. Ovviamente la gente si abitua, più che si abitua. E ciò che in principio era stato richiesto come concessione, regalia del potere, dopo un po’ diventa diritto, diritto a prescindere.

Ovviamente prima o poi i soldi pubblici, anche in Sicilia, perfino in Sicilia, finiscono o meglio si scopre che non sono illimitati e senza fondo. E allora la politica, tutta la politica siciliana (e non solo) passa dal ricevere osanna dall’alto dei favori che fa a prendere pomodori e pernacchie (e anche peggio) dal basso delle mance che non può più distribuire. Il guaio è che nel frattempo le mance di un ceto dirigente colluso con la gente comune sono diventati stipendi pubblici. Chi di forestali ferisce, di forestali perisce…Vale per la politica siciliana, per quelli che in strada reclamano i soldi e vale, purtroppo, anche per tutti i cittadini e contribuenti italiani. Anche quelli, la maggioranza, che non c’entrano.