Vegetariani: 6%. Vegani: 1%. Effetto veg a tavola. Ma se esageri fa male

di Riccardo Galli
Pubblicato il 28 Agosto 2013 - 15:01 OLTRE 6 MESI FA

VERDUREROMA – I vegetariani In Italia, cioè coloro che non mangiano né carne né pesce, sono arrivati al sei per cento della popolazione. Un anno prima erano il quattro per cento. I vegani, cioè coloro che non mangiano carne, pesce e neanche uova o latticini e neanche il miele e neanche vogliono avere contatti con lana o pelle, nel 2013 si calcolano all’un per cento della popolazione, un anno prima erano sotto l’uno di percentuale.  Non per colpa della crisi che ha ridotto il budget degli italiani anche nel settore alimentare, forse per moda, forse per senso ecologico lato sensu o, perché no, per convinzione, sono sempre di più gli italiani che scelgono di diventare vegetariani o vegani. Una condotta alimentare sana, o almeno che come tale viene percepita, che però, come spiegano gli esperti, non sempre è così sana come la si dipinge, specie quando si tratta di bambini, donne incinte o anziani.

Erano circa il 4% l’anno scorso gli italiani che avevano scelto di essere vegetariani e di questi, meno di uno su quattro, era vegano. L’esercito verde è ora cresciuto in modo significativo: i primi, i vegetariani, sono arrivati ad essere il 6% della popolazione e di questi, uno su sei, è vegano. Al di là delle statistiche basta passeggiare per le nostre città, fare la spesa nei supermercati o leggere un quotidiano per capire come il fenomeno, la moda o lo stile di vita che dir si voglia sia in crescita costante e rapida.

Si moltiplicano infatti i ristoranti “veg”, come prendono sempre più piede le aziende che offrono menù vegetariani in ufficio o da asporto, pensando esattamente a chi lavora. Alcuni marchi della grande distribuzione hanno poi installato nei loro punti vendita degli angoli vegetariani, dove sono presenti anche comode e pronte confezioni monouso. Infine, non di rado, capita di leggere che la tal scuola ha introdotto nelle sue mense un menù vegetariano.

Non sempre però questa filosofia alimentare può considerarsi sana. Certo, le nostre abitudini alimentari, come i dati sull’ingrassamento e sull’obesità della popolazione sono pronti a testimoniare, hanno un po’ perso di vista quella che è l’alimentazione corretta. Ma le diete vegetariane e vegane non sono, almeno non sempre, una risposta.

Innanzitutto spieghiamo quali sono le differenze che corrono tra vegetariani e vegani. I primi, i vegetariani, non mangiano né carne né pesce, ma lasciano la porta aperta ai loro derivati come latte, formaggio e al limite uova. I secondi invece escludono dalla loro dieta anche questi ultimi come, in teoria, escluderebbero dalla loro vita tutto ciò che deriva dall’uccisione e dallo sfruttamento degli animali, giubbotti di pelle compresi per intendersi.

Due condotte alimentari, specie la prima, che portano in dote indubbi vantaggi per l’organismo. Ma non per tutti gli organismi e non se non correttamente bilanciate. Gli elementi nutritivi che ci arrivano dalla carne e dai derivati animali sono infatti molto importanti per il nostro corpo. Tanto importanti che in alcune fasi della vita diventano indispensabili, come ad esempio nei bambini o nelle donne incinte.

Il consiglio degli esperti a chi sceglie di sposare la filosofia o la dieta vegetariana e vegana è quello di farsi seguire da uno specialista, un nutrizionista. I rischi che si corrono vanno infatti da una banale carenza di energia siano all’anemia e ad altri scompensi prodotti dallo scarso o nullo apporto di proteine e soprattutto aminoacidi. Ma il vero rischio che corre il vegano è quello di essere convinto di salvare il mondo. Il vegano, il vegetariano, il carnivoro, l’onnivoro: tutti hanno diritto ad abitudini alimentari a loro gusto e convinzione. Purché nessuno pretenda, asserisca che gli altri, il resto degli umani, devono cibarsi a loro immagine e somiglianza. Chi reclama e pratica libertà per sè, sperimentazione, innovazione è di solito un ottimo commensale nella vita civile. Al contrario che fa delal sua dieta una religione, magari salvifica della società e del pianeta, è un pessimo e prepotente compagno di tavola malauguratamente capitato a fianco.