Roma, Virginia Raggi ancora sindaco? “No, basta”. E tra Calenda e Letta…

di Bruno Tucci
Pubblicato il 17 Maggio 2020 - 15:53 OLTRE 6 MESI FA
Roma 2021, Virginia Raggi ancora sindaco? "No, basta". E tra Calenda e Letta...

Roma, Virginia Raggi ancora sindaco? “No, basta”. E tra Calenda e Letta… (Foto d’archivio Ansa)

Che succede in Campidoglio? Si respira aria pesante nelle segrete stanze di uno dei più bei palazzi della Roma politica: quello in cui siede il primo cittadino della città.

Nonostante il governo e i parlamentari siano tutti impegnati nella battaglia contro il coronavirus. In Campidoglio si affaccia prepotentemente un’ altra “guerra” tra una parte dell’opposizione e il centro destra.

Quella che riguarda la carica a sindaco nelle elezioni che si svolgeranno nel 2021. Manca ancora un anno, ma già tra i contendenti si affilano le armi per una vittoria di grande prestigio.

Per quale motivo? Perché comincia a trapelare con una certa insistenza la voce che Virginia Raggi, in carica dal 2016, vorrebbe ritentare la scalata al Campidoglio.

Non è solo lei a proporsi. Al suo fianco si schierano alcuni esponenti di grido dei 5 Stelle. Ad esempio il capogruppo Giuliano Pacetti, il quale sostiene che “si dovrebbe ripartire dagli esempi di amministrazioni virtuose come Roma e Torino”.

Ci si chiede: la posizione del PD qual è? Imbarazzante, si potrebbe definire, perché mentre un tempo sparavano a zero contro la Raggi, oggi hanno le mani legate per l’alleanza che hanno stretto con i 5 Stelle.

“Vedremo il prossimo anno”, rispondono. Niente più.

Facciamo un passo indietro: Virginia Raggi vinse alla grande la competizione con Roberto Giachetti, allora parlamentare del PD e vice presidente della Camera, sfiorando il 70 per cento delle preferenze.

Fu un trionfo per i grillini che, nel contempo, avevano fatto leggere Chiara Appendino come sindaco di un’altra grande città come Torino.

Poco più tardi Giachetti si dimise perché non aveva digerito che il PD si alleasse con i 5 Stelle. Disse basta ed entrò a far parte della schiera dei seguaci di Matteo Renzi.

Ora in Campidoglio, i contrasti si fanno più accesi perché i fedelissimi della Raggi la ripropongono nelle elezioni del 2021.

Secondo le regole del Movimento non si potrebbe presentare avendo già ricoperto questo incarico, ma chi la vuole nuovamente come sindaco ha già studiato l’escamotage.

Quale? La presentazione di una lista civica appoggiata dai Grillini. In tal modo, la Raggi avrebbe tutte le carte in regola e potrebbe aspirare nuovamente ad occupare la poltrona di primo cittadino della Capitale.

“D’altronde – dicono i favorevoli a questa decisione – i sondaggi attualmente parlano chiaro perché riportano che la Raggi avrebbe il 21 per cento delle preferenze, sufficienti per vincere una seconda volta”.

La Lega di Salvini alza la voce e tuona: “Non servono i sondaggi, basta girare per la città e toccare con mano come è ridotta Roma”.

Per la verità chi vive a Roma da diversi anni (come il sottoscritto) non può affermare il contrario. I rifiuti in certi quartieri rendono la vivibilità quasi impossibile; i trasporti sono insufficienti e a parte questo periodo del lockdown, gli autobus e i tram sono super affollati e arrivano nove volte su dieci con notevoli ritardi.

Senza parlare poi delle buche ormai protagoniste di molte barzellette che mettono in berlina il Comune. Un degrado che non si ricorda a memoria d’uomo.

Eppure c’è chi come l’assessore Antonio De Santis afferma senza mezzi termini: “La Raggi è l’unica che può battere Salvini”, il quale non pronuncia i nomi dei candidati che vorrebbe presentare come sindaco, ma ha aperto da tempo un conflitto che si trascinerà da qui alla competizione del 2021.

Riuscirà la Raggi nel suo intento? Secondo un blog molto seguito sui mali della città, il proposito non è nemmeno pensabile. E’ sufficiente andare in un qualsiasi quartiere della città e chiedere un parere ai cittadini. “No, basta”, rispondono in coro.

E allora chi al suo posto? A parte i candidati misteriosi della Lega, i nomi più gettonati sono quelli di Carlo Calenda ed Enrico Letta. Con un outsider di fama, quel Carlo Cottarelli che fu ad un passo dal sedersi sulla poltrona di Palazzo Chigi.