Austerity e sacrifici inutili: la Grecia insegna

di Salvatore Gatti
Pubblicato il 2 Febbraio 2013 - 09:47| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA

Ha ragione Ernesto Galli della Loggia a ricordare ai troppi distratti, egoisti, ricchi europei la tragedia del popolo greco in un editoriale sul “Corriere della Sera” di oggi 2 febbraio dal titolo chiarissimo:

“La Grecia allo stremo in una Europa indifferente”.

Una Grecia che, secondo Standard&Poor’s vive una crisi economica che è addirittura più grave di quella che nella Germania dei primi Anni Trenta portò Hitler al potere (ricordate i colonnelli greci? Torneranno?). Un popolo che per il 50 per cento vive sotto la soglia di povertà. Il 50 per cento! Non in Africa, ma nella sfarzosa Unione europea della Merkel e di Draghi.

Ha torto Ernesto Galli della Loggia a dire “capisco il fiscal compact, infatti, la troika, e tutto il resto, capisco gli strettissimi vincoli che Bruxelles ha imposto al bilancio greco per tenerlo [ma ci sta riuscendo?] in carreggiata”.

No, non è corretto perché esistono oramai terapie alternative per uscire dalla crisi. Non più la cieca austerity alla tedesca che sta facendo salire, anno dopo anno, i debiti pubblici dei paesi dell’Eurozona dimostrando in questo modo il proprio fallimento. E l’inutilità di imporre terribili sacrifici ai greci.

E intollerabili sacrifici oramai anche agli italiani e agli spagnoli. Ma,invece, la terapia giusta è quella della crescita coniugata col rigore che stempera la austerity in una visione politicamente, socialmente e umanamente più saggia. E realistica. E capace di risolvere i problemi.