Italia virtuosa? “Rehn superato”: niente “polvere sotto il tappeto?”

di Salvatore Gatti
Pubblicato il 14 Febbraio 2013 - 10:03| Aggiornato il 27 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

La lettera del Commissario europeo agli Affari Economici, Olli Rehn, ai ministri delle Finanze dei paesi dell’ Unione europea è stata resa nota, com’è prassi, a mercati chiusi, ieri sera. E’ stata uno choc per tutti. Rehn cambiava radicalmente le regole del gioco in Europa, affermando che

“se la crescita di un paese si deteriora in maniera imprevista, quel paese può beneficiare di rinvii per la correzione del deficit eccessivo, a patto che abbia effettuato gli sforzi di risanamento richiesti”.

Insomma, non vale più la regola aurea del tetto del deficit del 3 per cento. Una rivoluzione? Macché. Il gioco si rivelava dopo poche ore, quando prima il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici faceva capire che la Francia avrebbe potuto sforare il tetto e poi, in un solenne annuncio, il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault comunicava che

“la Francia non riuscirà a ridurre il deficit al 3 per cento, come era stato richiesto dall’Unione europea”; e poi, per indorare la pillola, aggiungeva: “l’obiettivo sarà raggiunto, anzi raggiungeremo lo zero [sic, ma davvero?] alla fine del quinquennio del presidente François Hollande”.

Insomma, la svolta “rivoluzionaria” del Commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn si rivelava per quel che era: un favore al potente alleato della Germania di Angela Merkel, appunto la Francia, senza il quale la Germania è sempre più sola.

Ma involontariamente, la deroga, a questo punto vale per tutti i paesi: è già stata applicata a Spagna, Portogallo e Grecia, sostiene Rehn, anche se con feroce severità, come sa bene Atene. L’ Italia di Mario Monti, sostengono invece la presidenza del Consiglio italiana e sempre Rehn nella lettera, in quello che sembra un’involontario spot preelettorale, è invece un paese virtuoso. Non ha quindi bisogno di ricorrere alla deroga, secondo Palazzo Chigi. Ma i conti veri si faranno fra molti mesi. Vedremo se c’è o no polvere sotto il tappeto, per usare la battuta di Pier Luigi Bersani.