Corte Costituzionale dal 2014 è – 3, Mattarella dice ma…

di Salvatore Sfrecola
Pubblicato il 5 Ottobre 2015 - 10:49 OLTRE 6 MESI FA
Corte Costituzionale dal 2014 è - 3, Mattarella dice ma...

Corte Costituzionale dal 2014 è – 3, Mattarella dice ma… (foto Lapresse)

ROMA – È dal giugno del 2014 che la Corte costituzionale non giudica nella sua composizione ordinaria, quindici giudici, cinque indicati dalle magistrature, tre dall’ordinaria, uno dal Consiglio di Stato, uno dalla Corte dei conti, cinque di nomina del Presidente della Repubblica, cinque eletti dal Parlamento. Proprio di questi ultimi ne mancano tre e Sergio Mattarella nei giorni scorsi ha richiamato i partiti a provvedere con la “massima urgenza”. “Mi auguro che il Parlamento provveda”, ha fatto sapere in una nota il Capo dello Stato.

Il collegio della Consulta non è completo, infatti, dal giugno del 2014 quando ha completato il suo mandato Luigi Mazzella, già Avvocato generale dello Stato e Ministro della funzione pubblica nel Governo Berlusconi, lo stesso Mattarella ha lasciato la Corte a gennaio di quest’anno per attraversare piazzale del Quirinale ed insediarsi alla Presidenza della Repubblica, e Paolo Maria Napolitano, ex Capo dell’Ufficio legislativo di Gianfranco Fini alla vicepresidenza del Consiglio, il cui incarico si è concluso nel luglio scorso.

L’elezione dei giudici spetta al Parlamento in seduta comune. Si è riunito già 34 volte, l’ultima il 2 ottobre, senza esito. Fin’ora occorrevano due terzi dei voti del collegio parlamentare. Saranno poi necessari i tre quinti, 571 voti, per scegliere i nuovi giudici dei quali si discute, quanto ai profili tecnici, ma anche all’appartenenza politica, cioè all’area. Uno spetta al Pd designarlo, uno al centrodestra e uno al M5S, sempre che accetti di partecipare alla spartizione.

“Mi auguro che il Parlamento provveda, con la massima urgenza, a questodoveroso e fondamentale adempimento, a tutela del buon funzionamento e delprestigio della Corte Costituzionale e a salvaguardia della propria  responsabilitàistituzionale”, ha detto Mattarella.

Anche Laura Boldrini e Piero Grasso hanno “ripetutamente sollecitato al riguardo le forze politiche” e adesso si augurano che “dopo le parole di Mattarella, la questione venga affrontata tempestivamente e con senso di responsabilità”.

Il fatto è che non c’è accordo tra i partiti, necessario perché un candidato abbia i voti necessari. Sulle candidature in campo le intese sembrano, almeno finora, difficili da raggiungere. Le sinistre presentano Augusto Barbera e Stefano Ceccanti, noti costituzionalisti, nel centrodestra si fa il nome del Presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Francesco Paolo Sisto, docente di diritto penale, avvocato di Silvio Berlusconi e di Raffaele Fitto, un tecnico-politico, dunque, come fu il defunto Donato Bruno, anch’egli pugliese, la cui candidatura si è infranta contro il muro dell’opposizione ad una scelta partitica, nei mesi scorsi nel corso di decine di votazioni. Il centrodestra, dunque, potrebbe cambiare candidato. Sembra, infatti, che anche Salvini, che cresce nei sondaggi, rivendichi la candidatura di un giurista della sua area.

In ambiente Cinque Stelle si fa il nome di Felice Besostri, già DS e socialista, avvocato noto per aver impugnato il Porcellum, poi bocciato dalla Consulta, poi la legge elettorale che regola in Italia il meccanismo delle elezioni europee, e Silvia Niccolai, docente di diritto pubblico a Cagliari.

Da giugno 2014 ad ottobre 2015, quando si terrà la prossima seduta, lungo sedici mesi, sono emerse nuove ipotesi e nuovi appetiti, anche tra magistrati, soprattutto amministrativi, pensionati o pensionandi, anch’essi di area, o avvicinatisi ai partiti dopo la svolta Renzi, con pregresse esperienze di governo, chi come ministro, chi come capo di gabinetto o di ufficio legislativo.