Roma. Un prefetto per il Giubileo dopo un sindaco inadeguato e presuntuoso

di Salvatore Sfrecola
Pubblicato il 22 Giugno 2015 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA
Roma. Un prefetto per il Giubileo dopo un sindaco inadeguato e presuntuoso

Ignazio Marino e Franco Gabrielli. Uno sguardo perplesso

ROMA – Salvatore Sfrecola ha pubblicato questo articolo anche sul suo blog, Un sogno italiano, col titolo: “Via i politici degli affari sporchi. Ritorna lo Stato. Per fortuna c’è un Prefetto a Roma”.

Crolla la politica, quella sporca, del malaffare, delle aste truccate, delle tangenti, dello sfruttamento dei denari dei cittadini. E torna lo Stato. Di fronte allo sfacelo di amministratori pubblici corrotti, conniventi o disattenti, lo Stato ricorre ad uno dei suoi uomini migliori, ad un funzionario titolato di esperienza e prestigio, Franco Gabrielli, Prefetto di Roma. Sarà, a quanto si dice, il Commissario della Roma incapace di camminare da sola sulla strada della legalità e dell’efficienza. Infatti manca l’una e l’altra e i romani se ne sono accorti da tempo e scherzando dicono che nello stemma della Città alla lupa che allatta i gemelli andrebbe sostituita una vacca da mungere.
Forse non avrà il titolo ufficiale di Commissario che dà molto fastidio a Ignazio Marino. Sembra, dunque, che prevalga l’idea di affidargli un “coordinamento”, modello Expo’, delle attività amministrative in vista del Giubileo e della utilizzazione degli ingenti fondi, quasi mezzo miliardo di euro, destinati allo straordinario evento. Una somma sulla quale certamente avevano immaginato di arricchirsi i vari personaggi che da mesi ormai vediamo sfilare a Piazzale Clodio davanti al Procuratore della Repubblica per dar conto degli illeciti più diversi, tutti finalizzati a lucrare sui soldi dei cittadini.
Commissariato o Coordinato il Comune di Roma sarà comunque agli occhi dei romani e degli italiani un ente dimezzato nella sua autonomia, guidato per mano perché dimostratosi incapace di programmare e realizzare ma anche di controllare come gli appalti di beni e servizi nei vari settori venivano gestiti.

È una immane tragedia sul piano morale. He colpisce una Città che nel mondo ricorda il più grande impero di tutti i tempi, capace di offrire alla storia una organizzazione civile e militare straordinaria che ha dato il senso della civiltà, attraverso opere pubbliche di grandissima utilità sociale, dagli acquedotti alle fognature (gli uni e le altre mancano ancora oggi in alcune città italiane), alle terme. Eppure anche l’antica Roma, come ci dicono le cronache, non era immune dalla corruzione che aveva coinvolto personaggi i quali hanno lasciato un segno nella storia civile e militare e della cultura della res publica e dell’impero. Eppure a quei grandi personaggi, sfiorati dal sospetto o dalla certezza di aver comprato o di essere stati comprati, la storia ha saputo perdonare vizi e difetti perché hanno comunque fatto grande la Città e nel nome di Roma hanno conquistato le menti e i cuori degli uomini lungo i secoli.

Quanta differenza con le volgarità che leggiamo sui giornali e sentiamo delle intercettazioni ripetutamente mandate in onda dalle televisioni! Uomini piccoli, circondati da altri uomini piccoli che non controllavano che non avevano neppure il sospetto che gestioni all’evidenza disinvolte nascondessero interessi di parte, una vera e propria ruberia ai danni dei bilanci pubblici. Una situazione che non consente a nessuno di dire io non c’ero, io non sapevo. Neppure al sindaco, neppure se gli riconoscessimo una ingenuità che non è consentita a coloro che si candidano a svolgere funzioni di amministratori pubblici, né a coloro che li hanno scelti a rappresentare idee e programmi.
Crolla una classe politica, non solo quella coinvolta negli illeciti ma anche quella che stava a guardare incapace di intervenire.

E non c’è da distinguere fra destra e sinistra. Tutti hanno mancato, a cominciare dal Sindaco Marino evidentemente inadeguato a quel ruolo che solo la sua immensa presunzione poteva indurlo a ricoprire. E così lo Stato che, nonostante tutto, ancora dispone di uomini di valore, onesti e di grande professionalità, interviene per cercare di rimediare alla bruttissima figura che l’Italia, attraverso Roma e non solo, sta facendo a livello internazionale. E questo dovrebbe far riflettere quanti hanno mostrato disprezzo verso la burocrazia statale, certo in grande difficoltà per gli interventi della politica che da Bassanini in poi ha dilapidato un patrimonio di professionalità attraverso assurdi riordinamenti di carriere che hanno mortificato la dirigenza e massacrato letteralmente i quadri. Eppure c’è un funzionario a Roma, come c’era un giudice a Berlino e certamente riuscirà a far funzionare la malandata macchina della burocrazia capitolina.