Scuola: dove vai? Il ministro Lucia Azzolina finisce nell’occhio del ciclone. Ci verrebbe da dire: meno male che siamo andati a scuola tanti anni fa quando il latino si cominciava a studiare in prima media, il greco in quarta ginnasio e dovevamo superare prima dell’Università cinque esami.
Gli esami erano 5. Due in quinta elementare. Per la fine del quinquennio d’obbligo e per l’ammissione alla scuola media. Poi in terza media, al quinto ginnasio e infine alla maturità. Un incubo quest’ultimo ostacolo: prove scritte ed orali, portare i tre anni di studio del liceo, una infinità di materie. Però, visto quel che sta succedendo ora, non dobbiamo che rallegrarci.
Ieri in sessanta piazze del nostro Paese ci sono state manifestazioni e cortei. Tutti contro, tutti sbalorditi e disorientati per le scelte fatte dalla responsabile dell’istruzione. Lucia Azzolina si difende: “il Movimento è con me. I 5Stelle sono dalla mia parte. E quel che più conta: anche il premier mi difende e io sono tranquilla”.
Il ministro della scuola va avanti per la sua strada
Come lo si può essere quando tutte le categorie della scuola disapprovano le tue decisioni è difficile comprenderlo. Ma il ministro va avanti per la sua strada ed ottiene un miliardo per venire incontro ai gravi problemi che il settore incontra all’indomani del Covid19.
Il dramma è di ieri, se non di oggi: scuole chiuse per tre mesi, una ripresa a settembre (speriamo) con l’obbligo di orari diversi, di mascherine obbligatorie, di banchi singoli. Davvero una rivoluzione.
Ad esempio: non si potrà più dire “il mio compagno di banco” e probabilmente non si potranno più ripassare i compiti con l’aiuto di un ragazzo che frequenta la nostra stessa classe. Insomma, è inutile negarlo, questa della scuola è una bega grossa per il governo. Il presidente del consiglio se ne rende conto e cerca di correre ai ripari.
Però, nella maggioranza, in particolare nel Pd, i dubbi e le perplessità sono tante. Zingaretti tenta di gettare acqua sul fuoco. Ma in molti si chiedono come il premier abbia potuto scegliere un “ministro così incompetente”.
Si racconta nei corridoi di Montecitorio che quando l’istruzione rimase senza responsabile per le dimissioni del ministro e la scelta del successore cadde sulla Azzolina, c’è fra i deputati a passeggio nel Transatlantico disse: “Azzolina chi?” Tanto per far notare che nessuno la considerava all’altezza di quel posto.
La grana dei vitalizi
A Palazzo Chigi non mancano anche altri grattacapi. Tra capo e collo ieri il Senato ha respinto la norma che voleva cancellare i vitalizi. Ha vinto alla grande l’avvocato Maurizio Paniz (vecchia volpe del Palazzo). Così ha potuto ridare agli ex senatori quella prebenda che gli era stata tolta.
È successo un putiferio. I Grillini hanno parlato di una “vergogna di Stato”, il Pd si è detto sconcertato (tutto?), Palazzo Chigi ha preferito tacere sull’argomento.
”Non si può stare un giorno tranquilli”, commentano gli adoranti di Conte sui giornali vicini all’attuale maggioranza. Ma c’è chi dice, al contrario, che ormai siamo alla frutta e scrivendo del problema del giorno titolano a tutta pagina “Bye, bye scuola”. Si preannuncia una estate difficile per tacere di quel che avverrà in autunno.