Se finire in video vale più di una laurea

Pubblicato il 4 Aprile 2010 - 12:00| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

da: Il Giornale

Uno dei mali maggiori di cui soffre l’Italia è la scarsa mobilità sociale, ovvero la difficoltà – per i più – di migliorare la propria posizione nella scala del benessere, del lavoro, del prestigio. Una volta lo strumento principe per salire quella scala era lo studio: per esempio, io sono il primo laureato della mia famiglia e l’evento fu visto, dai miei genitori e dai miei parenti, come un grande traguardo che avrebbe cambiato per sempre i destini del ceppo familiare. Era la prima metà degli anni Settanta, e in effetti un laureato aveva buone possibilità di trovare subito un lavoro che corrispondesse ai suoi studi. Oggi viviamo in un Paese in cui tutti, o quasi, sono laureati. È un bene, certo, per quanto riguarda l’istruzione generale, ma la laurea non garantisce più il lavoro, e tantomeno un aumento di prestigio. Finita l’università, occorrono master su master, in genere all’estero, e pochi se li possono permettere.
Anche la promozione sociale attraverso l’iniziativa imprenditoriale è più difficile. Globalizzazione, Unione europea, stretta creditizia, industrie e aziende attente a coprire ogni settore del mercato: ci vuole del genio, più che la fortuna e la voglia di…

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