8 marzo, come donna dico si alla lotta, no a festa, mimosa e Boldrini

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 8 Marzo 2017 - 10:34| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
8 marzo, come donna dico si alla lotta, no a festa, mimosa e Boldrini

8 marzo, come donna dico si alla lotta, no a festa, mimosa e Boldrini

ROMA – 8 marzo, Festa delle donne, da un po’ di anni è un evento mondiale. Per molte è solo una festa, una occasione per riaffermare la loro identità femminile. Tavolate di sole donne al ristorante, una specie di San Valentino senza cioccolatini e monosessuale. Il simbolo è la mimosa, fiore giallo, uno dei primi che annunciano la primavera. Non tutti amano la mimosa, c’è chi la associa alla ginestra e a Giacomo Leopardi.

Singolare associazione di idee, dovuta al colore giallo ma per i superstiziosi questo basta.  D’altra parte l’ 8 marzo non è una festa, non è sinonimo di allegria ma di rabbia. Che poi sia tutto sbagliato, come spiego nel video qui sotto. è un altro discorso. Io credo che le donne non abbiano niente da festeggiare e che la loro lotta per affermarsi si svolga ogni giorno, in tutti i campi della attività umana. Una volta la contesa con l’ uomo era in casa, oggi è estesa a tutto, è globale, dalla guida dei bus e delle aziende fino alle astronavi. Le donne si affermano sul campo, vincono perché quasi sempre sono meglio degli uomini.

C’è un altro tipo di donna, dalle suffragette a Laura Boldrini, in cui non mi identifico e con me, credo, tante e tante donne. Molte di loro, temo, lasciato il rametto di mimosa a languire in un bicchiere in cucina, passata la festa torneranno alle pratiche antiche. Molte di noi, invece, non appuntano il rametto di mimosa sul colletto. Ma resistono alle prevaricazioni maschili, mariti, colleghi, compagni di scuola, ogni giorno, lavorando, lottando e spesso vincendo.

Siamo dure, siamo capaci, siamo intelligenti più degli uomini. Come disse Margaret Thatcher, la eguaglianza fra donna e uomo sarà realizzata quando una donna stupida occuperà il posto oggi occupato da un uomo stupido.

Nell’attesa, avanti con la lotta, ogni giorno, senza quartiere. E senza Boldrini, feste né mimose.