Chi ha affondato lo Ius soli? Non solo Lega e F I: ma anche M5s, Bersani-D’Alema, Pd

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 24 Dicembre 2017 - 09:25| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
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Roberto Calderoli (Foto Ansa)

Ius soli affondato da chi? Non solo Lega e F I: M5s, Bersani-D’Alema, Pd. Hanno fatto mancare il numero legale:  su 319 senatori, al momento in cui il Senato, sabato 23 dicembre 2017, doveva discutere la legge sullo Ius soli, in aula ne erano presenti solo 116.

Il primo a cantare vittoria è il vice presidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli:

“Sulla mia pregiudiziale di costituzionalità sullo Ius soli  e sulla mia richiesta di verifica del numero legale, nell’aula del Senato è mancato il numero legale e lo ius soli, come avevo già annunciato ieri, è definitivamente naufragato. Colpito e affondato. Morto e sepolto. Per me è una grande vittoria, perché sono stato io in questi due anni e mezzo, con le mie decine di migliaia di emendamenti, a bloccare in commissione e poi in Aula questa assurda e inutile proposta di legge che serviva solo a regalare un milione di nuovi voti al Pd.”

Maurizio Gasparri: “Orgogliosi di aver fatto naufragare una legge folle”.

Solo qualche malpensante ha avuto l’idea che forse alla fine a guadagnarci sia stato proprio il Pd. Dalla approvazione della legge avrebbe avuto un danno elettorale superiore a quello di non averla approvata (da sinistra) o anche solo di averla sostenuta (al centro).

In aula a Palazzo Madama manca il numero legale: su 319 senatori, solo 116 presenti. Assenti tutti i senatori del Movimento 5 Stelle e quasi il vuoto totale sui banchi dei centristi. Ovviamente anche Lega e Forza Italia fuori dall’aula, da sempre contrari al provvedimento. Assenti 29 dem, Mdp quasi al completo (13 su 16) e alcuni parlamentari del Gruppo misto. La loro presenza, comunque, non sarebbe stata sufficiente per raggiungere il quorum.  Il presidente Pietro Grasso non può che prendere atto del mancato raggiungimento del numero legale, fissando la prossima seduta per martedì 9 gennaio alle 17, sancendo di fatto il definitivo stop in questa legislatura allo ius soli.

Tutt’altro che in vena di festeggiamenti è Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia “Doveva essere un gesto di civiltà come qualcuno ha detto tempo fa invece si chiude nel modo più incivile possibile, lo ius soli non verrà approvato, basta ipocrisie elettorali. È un atteggiamento davvero inaccettabile, quando si tratta di bambini e ragazzi. L’Italia ha violato l’art.2 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in materia di non discriminazione, è un dato di fatto malgrado le continue raccomandazioni dei Comitati Onu”.

È indubbio però che questa è una vittoria (preannunciata) per il centrodestra che contro lo Ius Soli ha trovato una compattezza persa da tempo e che non sembra raggiungibile su tanti altri temi. E anche a sinistra non tutti, nel torritorio, erano d’accordo.

Da una parte politica e dall’altra questa legge mancata ha portato ad esasperare il clima su una questione che per gli italiani sicuramente non è di importanza primaria. Il suo accantonamento pone fine (per il momento) ad una farsa tipicamente italiana.

Il giusto principio del diritto per nascita è stato forse un po’ troppo dilatato: non c’è solo il diritto per nascita. Altri casi controversi sono presenti nella legge appena defunta. Ecco alcuni esempi di come il troppo stroppia e il meglio è nemico del bene. Se volete il testo completo leggete qua