La Raggi vuole multare gli zingari, ma dopo Follonica anche Verdi rischia

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 11 Marzo 2017 - 06:11| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
La Raggi vuole multare gli zingari, ma dopo Follonica anche Verdi rischia

La Raggi vuole multare gli zingari, ma dopo Follonica (nella foto le due rom chiuse in gabbia) anche Verdi rischia

Due pesi e due misure. Ovvero se Virginia Raggi multa gli zingari che frugano nei cassonetti è cosa buona e giusta, se due dipendenti della Lidl chiudono due zingare che rovistano nei cassonetti del supermercato scatta l’indignazione.

Questo è quello che sta accadendo. Da una parte il sindaco di Follonica Andrea Benini incontra in municipio i due dipendenti momentaneamente sospesi dal lavoro dicendo: «Mi sono reso disponibile per parlare con Lidl Italia affinché venga scongiurato il licenziamento. Nessuno vuole demonizzare. Nessuno vuole crocefiggerli. Il dibattito sta nel capire più profondamente il mondo che è venuto fuori dopo la diffusione del video. Ci sono dei valori che devono essere alimentati e dei fenomeni emersi dal nostro tessuto sociale che vanno affrontati». Quello che il sindaco vuole evitare è che i due dipendenti, 35 anni con contratto indeterminato uno, 25 anni con il determinato l’altro, vengano licenziati.

Dall’altra parte invece il sindaco di Roma Virginia Raggi che comunica l’intenzione di aggiungere un nuovo articolo alla norma vigente «che, prevedendo il divieto di tenere alcuni comportamenti, tra cui rientra il rovistaggio, nonché il trasporto anche tramite l’utilizzo di mezzi mobili, consenta di avere un adeguato apparato sanzionatorio».

Un attacco diretto a quei rom che quotidianamente frugano nei cassonetti romani, certo fa sorridere l’idea della multa…immagino tutti i nomadi soggetti a sanzione mentre si dirigono diligentemente negli uffici preposti per pagare l’infrazione.

Quello che si dovrebbe fare è quello che accade in tutte le altre capitali europee, eliminare i cassonetti ed incentivare la raccolta differenziata porta a porta. Ma questo spiccato senso di civiltà non ci appartiene. Quello che invece appartiene alla nostra cultura è saper discriminare.

Certo i due ragazzi sono stati ingenui e superficiali nel pubblicare il video sui social, buttandosi inevitabilmente nella gogna mediatica dei buonisti.

Ma quello che è accaduto non può essere semplificato come uno scherzo di cattivo gusto. Dietro c’è un malessere diffuso in tutti gli strati della società che accomuna tutto il nostro Paese. La gente è stanca di una serie di comportamenti di cui rovistare, indisturbati, nei rifiuti, costituisce la forma più leggera dei tanti fastidi che ci sono inflitti. La gente è stanca dell’ipocrisia. I due dipendenti della Lidl hanno fatto quello che tutti gli italiani (che lo ammettano o meno) avrebbero voluto fare.

A fronte di questi fatti, le autorità costituite, e non da questa occasione, hanno imboccato una strada pericolosa, quella di rimuovere i problemi invece di affrontarli. Ci circonda un moralismo ipocrita e di maniera. Mi viene da pensare con terrore che nessuno ha ancora chiesto il sequestro del Trovatore di Giuseppe Verdi per incitamento all’odio razziale. Come si possono intonare arie con parole come: “Abbietta zingara, fosca vegliarda!” e “Chi del gitano i giorni abbella? La zingarella!”.

Forse è il caso di mettere le cose in una prospettiva un po’ razionale. E concludo chiedendo: per una volta salvate il posto di lavoro a due italiani e condannate davvero chi il reato, o l’infrazione, li ha commessi.