Maria Elena Boschi al sicuro con 4 paracadute fa il gestaccio di Dante e Belli e ci manda a…

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 29 Gennaio 2018 - 09:27| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Maria Elena Boschi con Renzi e la Fedeli fa un gesto poco signorile

Maria Elena Boschi al sicuro con 4 paracadute fa le “fiche” di Dante e Belli e ci manda a…

ROMA – Maria Elena Boschi ingenua o feroce? Cosa ci fa con quelle dita a cerchio mentre presentano le sue multi candidature? Lei, beniamina del search su internet, scossa ma non troppo dal polverone della Banca Etruria, a disagio nella polemica sui collegi sicuri che il caro Renzi le ha garantito, è stata immortalata in un gesto a dir poco ambiguo, mentre annunciano che si candida per le prossime elezioni politiche nella provincia che nel 2014 voleva abolire…Bolzano (non che avesse torto, ma speriamo per lei che i bolzanini non se ne ricordino) e non solo ovviamente visto che di paracadute ne avrà 3: Lazio, Lombardia e Sicilia.

Il gesto che pare fare la pupilla di Renzi è stato immortalato in uno scatto che la ritrae accanto a Matteo Renzi e Valeria Fedeli durante la presentazione dei candidati PD. Un gesto ambiguo da parte della Boschi, sembra quasi che provi a “fare le fiche”, gesto volgare riprodotto nel monumento a Trilussa, la statua in travertino nell’omonima piazza romana, poggia sopra un basamento che raffigura Belli appoggiato alla spalletta di ponte Fabricio accanto a una delle erme quadrifronti. Il gesto della mano destra è un invito ad andare a quel paese.

Un gesto caduto in disuso, ma ampiamente citato nella letteratura, con particolare frequenza in Rabelais e nelle opere di natura burlesca, grottesca o comica, ma pure in opere di registro alto, come nella Divina Commediane al Canto XXV:

“Al fine de le sue parole il ladro
le mani alzò con amendue le fiche,
gridando: “Togli, Dio, ch’a te le squadro!”.”

Da buona toscana la Boschi difficilmente può ignorarne il significato.

Di tutti gli approdi elettorali nessuno si stupisce del fatto che la Boschi non sia candidata nella sua Arezzo.

Ma in fondo stiamo parlando della stessa deputata PD che nel 2016 parlando del Referendum Costituzionale disse “Se il referendum dovesse andare male non continueremmo il nostro progetto politico. Il nostro piano B è che verranno altri e noi andremo via. Anche io lascio se Renzi se ne va: ci assumiamo insieme la responsabilità. Abbiamo creduto e lavorato insieme ad uno stesso progetto politico”.

E invece oggi ci ritroviamo a guardare una foto in cui sono immortalati un ministro dell’istruzione che non sa né parlare né scrivere in italiano ma che fa un gesto per zittire tutti, un sottosegretario alla presidenza del consiglio che fa il gesto di “fare le fiche” mandandoci a quel paese e un segretario di un partito con tanti problemi, lacerato da scismi e polemiche, che ride soddisfatto. Tutti dimissionari a parole ma di fatto attaccati alle loro poltrone.

Non c’è niente da fare, siamo un popolo di perculatori.