Stefano Fassina, la disperazione del fuoriuscito

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 10 Novembre 2015 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA
Stefano Fassina, la disperazione dei fuoriuscito

Stefano Fassina, la disperazione dei fuoriuscito

ROMA – Giuseppe Turani ha scritto questo articolo dal titolo “La disperazione del fuoriuscito” anche sul sito Uomini & Business:

Per alcuni del Pd è una specie di mania la possibilità di allearsi con i 5 stelle. Laggiù in Puglia il buon governatore Emiliano ci ha provato, si è  rotto le corna, ma continua a insistere. Adesso arriva la notizia che i fuorusciti dal Pd (Fassina & Co.) starebbero meditando per Roma, pur di dare una lezione al loro vecchio partito, di allearsi con i 5 stelle.

Si tratta naturalmente di stupidaggini e di non saper fare politica. Per varie ragioni. La prima, e la più importante, è che i 5 sttelle non vogliono fare accordi con nessuno, e per un calcolo molto semplice. Non hanno un programma, hanno solo delle dichiarazioni di intenti ridicole (aboliamo le auto) o catastrofiche (usciamo dall’euro). Non sono in grado, cioè, di mettere insieme un ragionamento convincente sulla società italiana.

La loro unica arma è quella di dire: tutti gli altri sono corrotti, noi siamo gli unici puliti e con severissime norme anti-corruzione, dateci il voto perché solo noi possiamo eliminare la corruzione e salvare l’Italia.

Naturalmente non è vero. Ma questo è il loro unico argomento. Argomento che perderebbe di valore non appena stringessero un’alleanza con chiunque. Inoltre il comico genovese non ha mai fatto mistero della sua intenzione di conquistare il potere da solo. Adesso ha la sensazione di essere vicino a quel momento: molti sondaggi, probabilmente addomesticati, dicono che quando ci saranno le elezioni politiche generali si arriverà a uno spareggio fra il Pd di Renzi e i 5 stelle. E i 5 stelle sono convinti che tutto un settore di destra (da Forza Italia alla Lega) voterà per loro piuttosto che per Renzi. E’ probabile che le cose non vadano affatto così (i 5 stelle potrebbero anche arrivare al terzo posto). Ma in casa loro questa è la storia che si raccontano. La missione impossibile, per un comico pregiudicato, di conquistare palazzo Chigi servendosi di ragazzotti trovati in Rete, sta per avere successo.

Perché allora perdere tempo con gente come Fassina, che probabilmente porta solo due voti e che comunque ha il marchio della sfiga addosso?

E’ assai probabile quindi che tutti questi volonterosi che offrono alleanze ai 5 stelle vengano mandati a quel paese: da Fassina a Emiliano.

Ma c’è un’altra ragione. I 5 stelle, al di là di quello che dicono, non vogliono vincere a Roma, a Napoli o a Milano. Vogliono che la gente pensi che hanno perso per un soffio. Ma non vogliono vincere. E anche in questo caso non è difficile capire perché. Le elezioni locali sono in primavera, quelle politiche nazionali ( con palazzo Chigi in palio) nel 2018. Conquistare adesso Roma o un’altra grande città significa mettersi davvero alla prova come amministratori. E loro sanno benissimo di non essere pronti. Il rischio di fare una pessima figura, e di dimostrare che non si governa con gli scontrini, è elevatissimo. Meglio stare alla larga e criticare gli altri.

I 5 stelle, pur nella loro miseria culturale, sanno far politica meglio dei Fassina & Co.: questi ultimi, infatti, pur di far perdere posizioni al Pd (e quindi gettare le premesse per una sconfitta di Renzi) sono disposti anche a far avanzare i 5 stelle. I 5 stelle, invece, sanno benissimo che possono sperare di vincere se non si fanno “contaminare” da altre esperienze politiche (fallimentari, peraltro).

Quello che si deduce da tutto ciò è abbastanza semplice: i fuorusciti dal Pd non sanno dove sbattere la testa e, pur di non affondare, sono pronti anche a un’alleanza innaturale con i 5 stelle, cioè con gente che in Europa è alleata con i razzisti peggiori e che crede nelle sirene e nelle scie chimiche. Per loro disgrazia (o fortuna) questi fuorusciti si troveranno di fronte a un muro di no.