Svolta europea, gas e nucleare diventano green, vincono Francia e l’euro-ipocrisia, ma Bruxelles è spaccata

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 13 Febbraio 2022 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA
Svolta europea, gas e nucleare diventano green, vincono Francia e l’euro-ipocrisia, ma Bruxelles è spaccata

Svolta europea, gas e nucleare diventano green, vincono Francia e l’euro-ipocrisia, ma Bruxelles è spaccata

Nucleare e gas, i burosauri di Bruxelles hanno detto si e si sono spaccati. Sei commissari – dunque sei Paesi – hanno detto no . 

Lo confermeranno in sede dell’ok finale. Una grana in più per Madame Ursula.  La frantumazione della Commissione europea è un inedito.

Pomo della discordia è la cosiddetta “Tassonomia“, ovvero il provvedimento che stabilisce, secondo l’Unione europea, cosa sia eco compatibile e cosa non lo è. Un mese fa lorsignori avevano distribuito un testo chiedendo agli Stati-membri di valutare il tema ed eventualmente suggerire delle modifiche.

Se ne sono contate poche. Risultato: signori si svolta. Gas e nucleare diventano green. Ufficialmente. Gas e nucleare fanno parte delle fonti energetiche finanziabili dalla Commissione europea nell’ottica della transizione green.

Apriti cielo! Gli ambientalisti si sono messi di traverso. Austria, Portogallo e Spagna hanno a votato contro. Il Lussemburgo ha minacciato di ricorre alla Corte di Giustizia Ue. Ne vedremo delle belle.

MA PER L’ITALIA CAMBIERÀ POCO SUL NUCLEARE

L’Italia, si sa, non produce nucleare. E siamo in buona compagnia. Con noi ci sono altri 14 Stati (tra cui Austria, Danimarca, Polonia, Portogallo, Grecia ). Dunque per noi non cambia molto. Per ora ha vinto la Francia che ha messo in manutenzione quattro centrali nucleari.

I tedeschi invece ne hanno chiuso tre e tengono in piedi il carbone; e soprattutto non disturbano Putin (sul fronte ucraino) sperando che realizzi il tubo diretto Mosca-Berlino. La verità? È un gran valzer della ipocrisia.

I FURBETTI DEL GREEN HANNO VINTO

Sono 21 gli Stati favorevoli al gas e all’atomo. Vinceranno.  Il Consiglio e il Parlamento europeo confermeranno il provvedimento che entrerà in vigore il primo gennaio 2023.

Naturalmente i produttori dovranno “adottare le migliori tecnologie su piazza e piani per i depositi di rifiuti”. Occhio, dice Bruxelles “le nuove centrali potranno avere l’etichetta verde solo se costruite entro il 2030”.

Certamente, dicono in coro i furbetti. E già esultano. Il prezzo lo faranno sempre loro. E non faranno sconti.