Tasse, importante è tagliare: Ires, Tasi…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 5 Ottobre 2015 - 12:32 OLTRE 6 MESI FA
Tasse, importante è tagliare: Ires, Tasi...

Tasse, importante è tagliare: Ires, Tasi… (foto Lapresse)

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato su Uomini e Business un articolo dal titolo “Tasse/ L’importante è tagliare“. BlitzQuotidiano vi propone l’articolo integrale:

Due novità fiscali e due polemiche, in gran parte senza senso, ideologiche. La prima riguarda il probabile abbassamento della soglia in base alla quale per i nuovi assunti a tempo indeterminato c’è uno sconto sulle tasse da pagare. Naturalmente si protesta: era un così bel provvedimento (al punto che le aziende ne stanno facendo uso superiore alle previsioni) e adesso lo vogliono cambiare.

In realtà, il cambiamento servirà a anticipare la riduzione dell’Ires: da un provvedimento spot, occasionale, e riservato alle nuove assunzioni, si passerà a una riduzione fiscale valida per tutte le imprese, stabile. La riduzione dell’Ires dovrebbe cominciare già nel 2016 e poi proseguire nel 2017.

E’ evidente che si tratta di un progresso e non di un arretramento, ma le polemiche ci sono. Non è chiaro perché, ma esistono.

Il secondo caso è ancora più assurdo. Si tratta dell’abolizione dell’imposta sulle prima casa. Misura pessima ovunque (e infatti da tutti sconsigliata), meno forse che in Italia, dove l’80 per cento (se non più) dei cittadini possiede almeno un’abitazione. E dove quindi l’abolizione di questa tassa può dare una mano ai redditi familiari.

Non si può escludere, ovviamente, che Renzi abbia avuto questa idea anche per procurarsi un po’ di consensi: ma dirige un governo, mica un seminario di scienza delle finanze alla Bocconi. La ricerca del consenso fa parte del suo lavoro, che non potrebbe proseguire, appunto, senza consenso.

Ma, allora, si dice in ambienti di sinistra-sinistra, togliamo queste tasse sulla prima casa,escludendo però le abitazioni di lusso. Per la vecchia serie: anche i ricchi devono piangere, almeno un po’. E qui si impongono due osservazioni. La prima è che si tratta di un’obiezione del tutto ideologica. Vari conteggi dicono che la tassa sulle prime case di lusso darebbe un gettito irrisorio: 300 milioni di euro o poco più. In compenso, e questa è la seconda obiezione, bisognerebbe dotare l’amministrazione di risorse per dividere fra prima casa di lusso e non di lusso. Facile immaginare i ricorsi e le perdite di tempo. Insomma, non è il caso di complicare ancora di più la materia fiscale, visto che abbiamo già più di cento imposte, di cui almeno 80 sono solo una perdita di tempo e di energie perché non rendono quasi niente.

Meglio cominciare a sfoltire.