Referendum vinto, tasse ridotte e riforme. Solo così Renzi rimetterà in moto l’ Italia stritolata fra D’Alema e Beppe Grillo

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 19 Settembre 2016 - 06:43 OLTRE 6 MESI FA
Referendum vinto, tasse ridotte e riforme. Solo così Renzi rimetterà in moto l' Italia stritolata fra D'Alema e Beppe Grillo

Referendum vinto, tasse ridotte e riforme. Solo così Renzi rimetterà in moto l’ Italia stritolata fra D’Alema e Beppe Grillo. Analisi di Giuseppe Turani (nella foto)

Referendum vinto e poi via, tasse ridotte e riforme. Solo così Renzi potrà rimettere in moto la nostra sempre più povera Italia, stritolata, tra Berlusconi, Prodi, D’Alema e Beppe Grillo da un immobilismo che dura da 20 anni. È per tutti noi l’unica via di uscita, avverte Giuseppe Turani in questa analisi che è stata pubblicata anche su Uomini & Business: “Inutile gridare che la Germania è cattiva se poi non riusciamo a fare le riforme e a essere un paese moderno” è l’amara conclusione: oggi serve vincere il referendum e poi “un Renzi che ingrana la quarta e spazza via la  vecchia Italia, disegnandone una nuova”.

L’Europa di oggi non ci piace. La Commissione è fatta da gente di terza categoria. Sull’immigrazione hanno un comportamento da codice penale, se ne esistesse uno europeo. La Germania spadroneggia, e non da oggi. Ma detto tutto questo, vanno anche dette alcune verità scomode:

1- L’Italia e Renzi possono fare la voce grossa quanto vogliono, ma, oggettivamente (come si diceva un tempo) siamo uno dei paesi più scassati dell’ Unione. Cresciamo meno di tutti, siamo pieni di debiti, abbiamo montagne di disoccupati. Abbiamo perso quasi tutta la grande industria che avevamo. E giorno dopo  giorno, anche pezzi del “made in Italy” se ne vanno. Perdiamo persino pezzi della filiera alimentare.

2- Il nostro essere come siamo dipende, in piccola misura, dall’austerità imposta dalla Germania, ma in grande misura dipende da noi stessi. Il processo riformista è necessariamente lento, la configurazione politica del Paese è una sorta di caos disorganizzato. Diciamo che non funziona niente, o molto poco, e facciamo prima.

3- L’alleanza con Hollande in funzione anti-Merkel è una vecchia solfa che ogni tanto salta fuori, ma solo gli ingenui possono credere a questa storia. Hollande è, a sua volta, un pistola emerito, un pessimo governante, e uno che si può considerare già liquidato dalla storia. Forse non si ripresenterà alle elezioni presidenziali, ma se si dovesse ripresentare sarà battuto da chiunque, anche dal cane di Sarkozy.

4- Detto questo, ogni mattina devo leggere post o lunghissimi articoli sul fatto che in Europa comanda la Germania. E chi diavolo deve comandare? La Polonia? La Grecia? La Spagna, che non riesce nemmeno a fare un governo? O noi, che il governo lo teniamo su con gli spilli e grazie anche al voto di qualche discutibile individuo?

5- La Germania non è una realtà keynesiana, forse anche perché intorno a sé ha visto tanto di quel Keynes che le basta per vari decenni (vedi caso Italia). Probabilmente ha sbagliato: in questa crisi non ha consentito da subito una politica più espansiva. Ma la sua posizione (“fate riforme, vedere soldi”) non è sbagliata. Il problema è che noi non riusciamo a fare le riforme e siamo incastrati fra Grillo e D’Alema. Ma di questi fatti la signora Merkel non porta alcuna colpa.

Ho visto qui e là che molti renziani doc si complimentano con il nostro premier perché “gliele ha cantate alla Cancelliera”. Mi unisco volentieri e di cuore a questi applausi, ma mi corre l’obbligo di avvisare che non serviranno assolutamente a niente.

Nelle presenti circostanze storiche l’unica, ripeto: l’unica, cosa che ci può sollevare è  fare queste riforme e abbassare le tasse.

Non ne siamo capaci. Bene, andremo a fondo. E là, in basso, potremmo urlare: “Merkel stronza”. Ma non servirà a farci stare meglio. O a riportaci in alto.

Quello che oggi serve è vincere il referendum e poi un Renzi che ingrana la quarta e spazza via la  vecchia Italia, disegnandone una nuova.

Tutto il resto è spettacolo.