Tasse tagliate di 5 punti, spesa pubblica tagliata di più…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 18 Gennaio 2016 - 06:29 OLTRE 6 MESI FA
Tasse tagliate di 5 punti, spesa pubblica tagliata di più...

Giuseppe Turani: Bisogna tagliare le tasse tagliate di 5 punti e la spesa pubblica ancor di più…

MILANO – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo “Tagliare le tasse”.

Non vedremo più i blitz della Guardia di Finanza a Cortina o a Capri, ma non dovrebbe nemmeno più accaderci di andare a sbattere, appena fuori da un qualsiasi negozio, contro un signore che ci chiede perentoriamente lo scontrino. E forse nemmeno uscire per una merenda in una caletta in un mare italiano alle 2 del pomeriggio di Ferragosto e essere abbordati da una motovedetta che consuma di carburante più della tassa di cui cerca l’evasione. Il Fisco italiano, per la prima volta dopo secoli, vuole provare a fidarsi dei cittadini.

I controlli ci saranno sempre, ma saranno, come dire?, più educati, più gentili. Non invasione delle Giardie di Finanza alle prime luci dell’alba, ma appuntamenti concordati e fissati con un certo anticipo. Così uno ha il tempo di convocare anche il proprio commercialista e di rimettere ordine nelle proprie carte.

Per l’Italia si tratta di una novità. All’estero è così da sempre. Il fisco è magari più inflessibile che da noi, ma non agisce di sorpresa mentre stai uscendo dal ristorante o mentre stai parcheggiando la tua Cayenne (un mio amico l’ha venduta, stanco di girare con la dichiarazione dei redditi in tasca per spiegare ai signori del Fisco che poteva permettersela).

Come mai il Fisco ha cambiato atteggiamento? Quasi certamente nel governo qualcuno ha capito che un fisco aggressivo non porta a casa più soldi: serve solo a irritare maggiormente i cittadini. Se poi si tiene conto del fatto che, contestualmente, sono stati depenalizzati molti reati (compresa la guida senza patente) ci si rende conto che lo sforzo è quello di presentare ai cittadini uno Stato meno severo e accigliato.

Insomma, si sta muovendo qualche passo nella giusta direzione. Manca ancora (e chissà se verrà mai) quello più coraggioso di tutti: e cioè l’abbattimento secco della pressione fiscale. Oggi siamo largamente al di sopra del 43 per cento (del 50 se si tiene conto egli evasori) per le persone fisiche e del 70 per cento per le imprese. Percentuali che, ovviamente, invitano all’evasione e che frenano il decollo dell’economia.

L’ideale sarebbe un taglio secco delle imposte del 5 per cento, per la gioia dei cittadini e della congiuntura. Fare una mossa del genere, però, significare sfidare apertamente, e in modo pesante, le autorità europee e significa fare altri debiti. Eppure sarebbe una buona mossa, se accompagnata da un piano severo e credibile di taglio della spesa pubblica. Anzi, sarebbe l’unica mossa.