Terremoti. I pozzi petroliferi non li scatenano, né disturbano le balene

di Enzo Boschi
Pubblicato il 22 Aprile 2015 - 07:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Enzo Boschi ha pubblicato questo articolo anche su il Foglietto della ricerca,  col titolo Il Convegno.

Sono stato invitato, probabilmente per sbaglio, a un convegno avente per tema “Territorio e Idrocarburi: l’Emilia Romagna”, organizzato dall’Assomineraria e dalla Confindustria dell’Emilia Romagna.

Ci sono andato per due motivi: il primo è che si svolgeva a due passi, in senso stretto, da casa mia a Bologna; il secondo, perché pensavo che finalmente si facesse chiarezza su questa novità assoluta di

Terremoti. I pozzi petroliferi non li scatenano, né disturbano le balene

Enzo Boschi: I pozzi petroliferi non scatenano terremoti né disturbano le balene

terremoti.

Un problema che abbiamo solo in Italia, in seguito alla conclusione di una commissione istituita dal Governo nazionale e regionale per stabilire quali fossero le cause dei due terremoti di magnitudo 6 circa che si verificarono nella Bassa Emiliana nel maggio del 2012.

La commissione, identificata con l’acronimo ICHESE (ove I sta per internazionale …), concluse che non poteva escludere che fossero state le estrazioni petrolifere in località Cavone a generare le due scosse che avevano provocato un numero considerevole di vittime e generato un esteso danneggiamento, tanto che numerosi cittadini a tre anni di distanza sono tuttora senza casa, il che, diciamolo, non è bello nella Regione che si è sempre definita la meglio amministrata in Italia.

Su questa incongrua e ridicola vicenda abbiamo scritto varie volte sul Foglietto, evidenziando come alla base di tutto ci fosse sopratutto una pessima conoscenza della meccanica dei continui e della più elementare sismologia.

Che fossi stato invitato per sbaglio l’ho dedotto dalla meraviglia che è apparsa al mio arrivo sulla faccia dei presenti e dai bisbigli con il termine “foglietto” che ho sentito da più parti … Ritengo doveroso, però, ricordare che alcuni prestigiosi personaggi presenti mi hanno salutato con grande gentilezza.

Ero e sono tuttora convinto che scopo del convegno fosse stabilire una volta per tutte che le estrazioni petrolifere in Italia, come in tutto il mondo, non provocano terremoti.

Infatti, nell’invito che avevo ricevuto si leggeva: “… intende coinvolgere istituzioni, scienziati, imprese, sindacati in una discussione strategica e basata su fatti che esplori il potenziale di convivenza e integrazione della filiera estrattiva con le altre attività economiche…”.
Per poi concludere: “Se negli ultimi sessant’anni la coesistenza è stata armoniosa e reciprocamente fruttuosa, cosa ne ostacola lo sviluppo futuro?”.

La risposta alla domanda è estremamente semplice: l’ostacolo viene da un gruppo ristretto di persone in tutta evidenza incompetenti e irresponsabili. Mandandole a casa e sostituendole con persone dotate di un’adeguata preparazione tutto ritornerebbe nella normalità.

Invece adesso, solo per fare un esempio, esiste una specie di direttiva che deve essere seguita per verificare, prima di passare alle attività connesse all’estrazione di idrocarburi, che tali attività non determinino terremoti disastrosi.

Queste verifiche, ovviamente ben remunerate, saranno fatte solo da coloro che “hanno chiaro in cosa consistano”…

È ragionevole immaginare che coloro che hanno stabilito le regole siano i più adatti a verificare che le regole siano rispettate. Ma l’esistenza della direttiva implica logicamente che è possibile che terribili terremoti vengano provocati, almeno qui da noi, dai petrolieri …

Le regole e le direttive valgono per tutto il territorio nazionale e mi si dice che in Val d’Agri estraendo petrolio si iniettano contemporaneamente fluidi pressurizzati in prossimità di una o più faglie attive estremamente pericolose.

Addirittura mi si dice che esistano studi accurati al riguardo che saranno presto oggetto di una pubblicazione su una prestigiosa rivista.

Insomma, secondo la direttiva citata, in Val d’Agri le estrazioni petrolifere andrebbero immediatamente interrotte.

Forse non lo si è ancora fatto perché la Val d’Agri si trova in una Regione che non gode dello stesso prestigio dell’Emilia Romagna?

Non si può non notare questa costante tipicamente nostra: prima si stabiliscono le regole e poi si cercano faticosamente modi per stabilire eccezioni.

In ogni caso, si fa in modo che i più furbi e i più “inseriti” ci guadagnino, anche bene …

Ormai si è perso anche il senso del ridicolo. Un esempio: c’è chi vuole impedire che vengano utilizzate certe tecniche “esplosive” per fare ricerche geologiche nel fondo marino per evitare di disturbare balene, delfini….

Gli “esperti” sostengono, a mio avviso a ragione, che in realtà il disturbo è minimo. Però poi invocano cospicui finanziamenti per ridurre drasticamente l’impatto di queste tecniche sui cetacei.

Allora il disturbo c’è ed è serio: delle due l’una …

Analogamente, se si stabiliscono regole stringenti, addirittura definite le più avanzate al mondo (in realtà le sole), per impedire che terremoti notevoli vengano generati da attività estrattive significa a rigor di logica che si assume che può accadere: cioè sismi distruttivi possono essere conseguenze di iniezioni di fluidi.

Niente da eccepire, se non che le estrazioni in Val d’Agri, sempre a rigor di logica, vanno interrotte immediatamente!

Non dimentichiamo, infatti, che forti terremoti in Italia del Sud sono stati preconizzati a più riprese da personaggi sempre della stessa compagnia di giro.

La cosa più divertente che ho sentito al Convegno e che mi ha indotto ad abbandonarlo è: “Il Laboratorio del Cavone (così chiamato dopo che un gruppo di sismologi americani adeguatamente remunerati dall’ENI hanno suggerito di farvi esperimenti) è il più avanzato al mondo nel settore …”.

Gli esperimenti consistevano nell’iniettare fluidi al Cavone e misurare gli effetti dell’operazione a varie distanze dal luogo di iniezione. Si è “scoperto”, immagino con gran divertimento degli sperimentatori, che anche a breve distanza non si ha effetto alcuno …

Un esperimento all’avanguardia?

Tutti possiamo avere la stessa “soddisfazione sperimentale”: si disponga di una fonte di calore, sopra di essa si ponga un recipiente pieno d’acqua a temperatura ambiente, si aspetti una decina di minuti, si inserisca un dito nell’acqua, si scoprirà così al di là di ogni dubbio … l’acqua calda …

Post scriptum
Un giorno di maggio racconteremo, con i nomi e con i cognomi dei nostri ineffabili eroi, questa grottesca vicenda. Tentare di screditarmi per i miei articoli sul Foglietto mi incoraggia …