Thohir-Pallotta o Er Viperetta-Genny ‘a carogna? L’anno zero del calcio italiano

di Massimo Donelli
Pubblicato il 22 Luglio 2014 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA
Thohir-Pallotta o Er Viperetta-Genny 'a carogna? L'anno zero del calcio italiano

Erick Thohir (LaPresse)

ROMA – Massimo Donelli ha scritto questa opinione per la tv svizzera di Radio Monte Ceneri:

Se l’allenatore della Nazionale con fidanzata tosco-chic, dimentico del codice etico (a elastico) e di tutto il politicamente corretto con il quale aveva sedotto perfino le grandi firme del giornalismo italiano, fugge a Istanbul dopo aver rimediato una figuraccia (globalizzata dalle tv del mondo intero) senza spiegare nulla del disastro che ha combinato (l’ha fatto solo un mese dopo, addirittura impancandosi e moralisteggiando!)…

Se il viziatissimo giocatore simbolo della nuova Italia multietnica viene pubblicamente processato dai compagni di squadra e, a distanza di giorni, come unica risposta mette su Instagram un’immagine di se stesso con una carabina in posizione di mira scrivendo “Big kiss to all the haters” ossia “Un bacio a tutti quelli che mi odiano”…

Se il mister che ha vinto tre scudetti di seguito molla dalla sera alla mattina la squadra più forte d’Italia posseduta dalla famiglia più potente che ci sia e non spiega perché, limitandosi a un messaggio pre-registrato di binladeniana memoria, mentre il suo presidente tumula il fattaccio con un testo che gronda miele e un non detto che gronda fiele…

Se la squadra più titolata del mondo di proprietà dell’uomo più ricco del Paese si affida a un coach che non ha mai allenato in serie A anche perché costa poco e pretende al calciomercato ancora meno, accontentandosi di giovani speranze e attempati campioni in cerca dell’ultimo ingaggio…

Se l’asta per i diritti televisivi del campionato dà un esito non gradito a tutti e finisce con un pateracchio che, in nome delle larghe intese (calcistiche e non), calpesta il regolamento e abbatte di qualche decina di milioni l’incasso per la Lega di serie A…

Se, infine, il Siena della rossa Toscana è sparito dal perimetro del professionismo inghiottito dal crac del Monte dei Paschi e stessa sorte è toccata al Padova del Veneto leghista raggelato dalla crisi economica…

Beh, se tutto questo è vero – e lo è – allora non ci sono dubbi: il calcio italiano ha toccato il fondo, è arrivato all’anno zero, peggio di così non si può immaginare.

O no?

Un consiglio.

Tenete d’occhio Erick Thohir e James Pallotta.

Uno, padrone dell’Inter, viene da est; l’altro, padrone della Roma, viene da ovest.

Uno rappresenta l’Asia dei nuovi capitali, ubriaca di calcio e capace non solo di attirare grandi star del pallone con stipendi da favola, ma anche di regalare, via diritti tv e via merchandising, incassi straordinari ai club globalizzati (come il Real Madrid e il Manchester United, per citare i più celebri).

L’altro rappresenta gli Stati Uniti che, soprattutto grazie ai mondiali brasiliani, hanno scoperto quant’è bello il soccer e vogliono farlo diventare, as usual, un grande business.

Tenete d’occhio Thohir e Pallotta.

Perché entrambi hanno un progetto globale. Entrambi hanno deciso di partire dall’Italia per realizzarlo. Entrambi hanno riorganizzato i rispettivi club nell’intento di costruire efficienza e realizzare profitto.

Ebbene, anche chi detesta i giallorossi e i nerazzurri deve fare il tifo per Thohir e per Pallotta.

Se dopo aver messo a posto Inter e Roma, infatti, riusciranno a mettere a posto FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) e Lega di serie A, allora l’ex campionato più bello del mondo potrà finalmente misurarsi da pari a pari con quello inglese, tedesco e spagnolo.

Serviranno nuovi stadi; orari dei big match compatibili con i fusi asiatici e/o nordamericani; lotta senza quartiere alla contraffazione dei brand; pugno duro con chi vuole la violenza attorno e dentro gli impianti sportivi; e, infine, calciatori di grande livello, quelli che oggi il calcio italiano, privo di quanto precede, non si può più permettere.

Se, invece, nemmeno la forza e la visionarietà di Thohir e Pallotta basteranno; se ciascuno dei due se ne andrà dopo aver sbattuto la testa contro il muro di gomma dei poteri non forti ma storti, cioè obliqui, di FIGC e Lega… beh, allora nessuno – nessuno – penserà più a investire nella serie A.

Che, oscillando tra Er Viperetta e Genny ‘a carogna, diventerà interessante, a livello internazionale, quanto il campionato albanese o quello macedone.