Tik-Tok nell’ora di buco. Materia curriculare o diritto umano?

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Febbraio 2022 - 11:55 OLTRE 6 MESI FA
Tik-Tok nell'ora di buco. Materia curriculare o diritto umano?

Tik-Tok nell’ora di buco. Materia curriculare o diritto umano?

Stava a fa’ tik-tok nell’ora di buco…così con lieve ma argomentativa inflessione romanesca uno studente del liceo Righi a Roma appunto spiega e racconta cosa stava facendo la sua compagna di scuola quando una incauta prof le ha rivolto il volgare e incauto ma argomentativo “ma che stai sulla Salaria?”. Del “che stai sulla Salaria” si è detto tutto: della sua virulenza, inopportunità e conseguenze: addirittura una mobilitazione e protesta studentesca. Dello “stava a fa’ tik-tok nell’ora di buco” si è detto poco o nulla. Più per omertà che per distrazione, facciamo per distrazione omertosa e forse ci siamo.

Normale, accettato, curriculare?

In un liceo, durante le ore di lezione che si dia vita alle movenze che poi andranno a comporre un video da diffondere via tik-tok lo studente narrante l’accaduto lo considera normale, lecito, dovutamente lecito. E d’accordo con lui devono essere gli studenti che organizzano protesta di solidarietà con la ragazza interrotta (malamente interrotta) durante i passi di danza e di recita per il video. E d’accordo deve essere anche la stampa che vede e riporta ed esalta e critica e per la quale fa notizia la mala interruzione ma non fa notizia il tik-tok durante le ore di lezione.

Stava a fa’ tik-tok durante l’ora di buco è per la stampa cane morde uomo, cioè normalità, non notizia. La prof che malamente interrompe è per la stampa uomo morde cane, cioè notizia. Il farsi un video a scuola è materia curriculare o diritto umano? Su questo resta il dibattito ma non vi è dubbio che secondo cronache e sentimenti che accompagnano la notizia è normalità. Succede, succede quando anche la condizione di studente è vissuta e praticata come appartenenza di lobby. Piccole corporazioni crescono, da grandi si troveranno a proprio agio in corporativeland.

Ultimo e non ultimo…

La studentessa dirà poi: “Ho avuto una crisi di panico”. Ovviamente è un modo per riferire della sua agitazione o preoccupazione o semplicemente emozione. Le crisi di panico sono sindromi ben precise che la ragazza ovviamente non ha avuto. Ho avuto una crisi di panico era frase che non andava presa alla lettera, fa parte del linguaggio immediato, a Roma ad esempio “impanicato” è aggettivo largamente in uso per dire stanco, oppure confuso, oppure ancora maldestro. Ma la stampa ha registrato e riportato come fosse referto medico.