Ucraina, processo a Putin, la sua difesa come i nazisti a Norimberga, ma per noi i russi hanno già perso l’Onore

Ucraina, processo a Putin, la sua difesa come quella nazista a Norimberga, ma agli occhi dei popoli civili, l’esercito russo ha già perso l’Onore

di Giorgio Oldoini
Pubblicato il 10 Aprile 2022 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA
Ucraina, processo a Putin, la sua difesa come i nazisti a Norimberga, ma per noi i russi hanno già perso l’Onore

Ucraina, processo a Putin, la sua difesa come i nazisti a Norimberga, ma per noi i russi hanno già perso l’Onore

Ucraina, la guerra in tv. In questi giorni, i principali talk show ospitano una quantità industriale di commentatori che si occupano della questione Ucraina.

I “giuristi” più raffinati convergono su un punto: solamente un Tribunale internazionale o un Ente super partes potrà giudicare se c’è stato genocidio. Fino ad oggi nulla è provato.

Facciamo conto di trovarci dinnanzi ad un Tribunale internazionale riconosciuto dalle parti. Ecco la pobabile tesi del difensore russo:

1) Putin non è responsabile dell’attacco militare perché è stato provocato dall’Ucraina. Il governo di Zelensky metteva in discussione i diritti dei russofoni, impediva alla Federazione lo sbocco al mare, voleva far parte della Nato, una forza militare guidata dagli Usa, ostile al popolo russo.

2) Non si è trattato di “invasione” ma di un’operazione di “Difesa preventiva”.

3) E’ possibile, anzi inevitabile, che qualche bomba sganciata dall’esercito russo abbia colpito case e civili, ma questo avviene ed è sempre avvenuto in passato.

4) Non è vero che vi siano stati genocidi, torture e stupri: si tratta di imposture del governo Zelensky che cerca di delegittimare la Russia per via mediatica agli occhi del mondo.

In conclusione, per i russi Zelensky, Ucraina, sarebbe il responsabile delle morti di decine di miglia di ucraini.

E dell’”evaporazione” di intere città e territori, perché avrebbe determinato le condizioni dell’attività militare purificatrice avviata da Putin.

Si tratta delle stesse tesi dei gerarchi nazisti. La Germania è stata obbligata ad aggredire la Polonia e, via via, tutte le nazioni occidentali, a motivo delle condizioni di pace imposte dopo la prima guerra mondiale. E perché si voleva impedire l’annessione dei popoli di lingua tedesca.

Non c’è stato alcun genocidio ebraico: erano gli ebrei, avidi speculatori, ad avere determinato le condizioni di povertà del popolo tedesco. I campi di sterminio sono un’invenzione delle plutocrazie capitaliste.

Non sto inventando nulla, ho solo ripreso le principali tesi dei negazionisti sulle colpe in Ucraina.

Il “vantaggio” degli attuali negazionisti sta nel fatto che le vittime di Hitler erano state gasate. E che le prove di queste esecuzioni pianificate si basavano su ricostruzioni fotografiche e testimonianze dei pochi sopravvissuti.

Il problema del difensore russo è che, per dimostrare quelle tesi difensive, occorre sostenere che nelle fosse di Buča (o Bucha) e di altre città, a sparare non sono stati i soldati russi. Bisogna cioè dimostrare che gli ucraini hanno legato e sparato alla testa di quei martiri ucraini “post mortem”. Al solo scopo di avviare uno “scoop” mediatico ad uso di folle internazionali letteralmente prese in giro.

Solo che esistono centinaia di inviati di guerra, milioni di sfollati ucraini e migliaia di testimoni viventi in grado di dimostrare gli stupri, le torture e le nefandezze.

Attribuite all’esercito russo. E alle forze belliche di milizie fiancheggiatrici, addestrate al genocidio di popolazioni, allo scopo di fiaccarne la resistenza.

La cosa più sorprendente è che nell’immaginario collettivo, la distruzione di città e la morte di un numero imprecisato di civili e di bambini. Attraverso bombardamenti senza fine. La minaccia della bomba atomica. Sono considerati “fisiologici” alla guerra. Ciò che non è consentito è lo stupro, la tortura e l’uccisione di persone con il colpo di rivoltella alla testa.

Nell’improbabile caso che il Tribunale internazionale riuscisse ad individuare i soldati russi fisicamente responsabili delle morti di civili indifesi, si riproporrebbe l’argomento difensivo di tutti gli imputati  nel processo di Norimberga. “I soldati hanno dovuto obbedire agli ordini”.

Ucraina a confronto con la strage di My Lai

A questo punto, il legale di questi soldati, certamente ricorderebbe il massacro di civili inermi del 1968 in Vietnam nel villaggio di My Lai da parte di soldati Usa. Il massacro fu fermato dall’equipaggio di un elicottero statunitense in ricognizione. Che atterrò frapponendosi tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti.

Hugh Thompson Jr. affrontò i capi delle truppe americane e disse che avrebbe aperto il fuoco su di loro se non si fossero fermati. Trent’anni dopo, i tre membri dell’equipaggio  furono premiati con la Soldiers Medal, l’onorificenza più alta dell’esercito statunitense per atti di coraggio che non coinvolgano il nemico.

L’episodio dimostra che esistevano soldati americani capaci di ribellarsi, regole d’ingaggio che proibivano le attività criminali ed un governo che sapeva punire e premiare.

Ricordo infine che nel nostro esercito, esisteva un corpo dei Carabinieri con il compito di arrestare e far condannare alla pena di morte i soldati che commettevano stupri ed atti di barbarie nei confronti delle popolazioni civili.

Aspettiamo tutti con ansia che alcuni generali o semplici soldati russi, schifati per le esecuzioni di massa, sentano il bisogno di denunciare pubblicamente le nefandezze (già provate al di là di ogni ragionevole dubbio) dell’esercito di Putin.

Una cosa è certa fin d’ora: agli occhi dei popoli civili, l’esercito russo ha già perso l’Onore.