Ue, Bankitalia e ora Fmi: meno soldi e lavoro del previsto. Crescerà il rancore?

di Lucio Fero
Pubblicato il 17 Luglio 2018 - 09:41 OLTRE 6 MESI FA
Europa, Bankitalia e ora Fmi: meno soldi e lavoro del previsto. Crescerà il rancore?

Ue, Bankitalia e ora Fmi: meno soldi e lavoro del previsto. Crescerà il rancore? (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Ue, Bankitalia e ora Fmi e fanno tre a calcolare e prevedere una crescita economica italiana in rallentamento rispetto alle previsioni [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. Più che i numeri del Pil che dal livello atteso e auspicato far il solletico al più 1,5 per cento plana invece giù verso quota 1 per cento, forse stavolta dicono le parole. E a parole si possono tradurre i numeri della Commissione Europea e poi di Bankitalia e poi del Fondo Monetario internazionale in: meno soldi, meno lavoro, meno affari del previsto in giro in Italia nel 2018 e nel 2019.

Sì, va bene: giù tutte quelle mani alzate per obiettare, gridare, denunciare che Unione Europea, Banca d’Italia, Fmi sono tutti agenti del nemico. Tutti sabotatori più o meno prezzolati del Governo del Cambiamento: l’Europa, figurati. E le banche. E le lobby finanziarie. Giù tutte quelle mani alzate a maledire e bandire numeri e parole e fatti. (Sta diventando, è diventata un’abitudine, quasi una virtù civile il vizio di proclamare se stessi santi e chi non venera o rende omaggio ai santi come agenti del Maligno).

Giù le mani perché che la crescita economica sia in rallentamento in Italia e in Europa lo dice anche il Ministro dell’Economia del governo Lega-M5S. Già, Tria. Non pochi di voi diranno che di Tria da fidarsi, insomma…Mica è M5S o Lega. E’ tecnico. Frena. Forse sta al gioco dell’Europa. Al gioco dell’euro. Stiano sereni anche quelli che diffidano di Tria e dei suoi simili. Perfino i neo economisti Di Maio e Salvini, perfino Savona (più sovranista di lui in economia è difficile), perfino tutti e tre ciascuno con parole sue dicono che la crescita economica bisogna inventarla perché quella che c’è non basta e pure rallenta.

Inventarla, evocarla, provocarla la crescita con una sorta di rito voodoo economico e cioè facendo una montagna di debiti. Dalla montagna di debiti montagna di investimenti. Dalla montagna di investimenti montagna di redditi. Dalla montagna di redditi colline di posti di lavoro e tante collinette di tasse finalmente pagate che fanno montagna. Il debito che per partenogenesi (o eterogenesi dei fini?) produce, partorisce ricchezza. Eccolo il rito magico invocato cui il governo del Cambiamento si appresta (ma lo faceva già il pentapartito Dc-Psi-Psdi-Pri-Pli e senza costruirci sopra una liturgia populista).

Ciascuno con parole e numeri suoi avverte, segnala: nel 2018 e 2019 pare proprio ci saranno in giro meno di quanto previsto e atteso in materia di soldi, posti di lavoro, occasione di lavoro, appalti, ingaggi, cantieri, consumi. Promette di succedere quasi ovunque sul pianeta. Succede infatti quando le nazioni si affrontano e scontrano a botte di dazi commerciali. Succede che calano i commerci e quindi le attività manifatturiere e logistiche che alimentano i commerci e di commerci vivono. Succede sempre quando ci sono di dazi. Sempre. Non c’è purtroppo sorpresa.

Promette di succedere soldi, lavoro e farri meno del previsto in Europa più che altrove. E in Italia più che altrove in Europa. Succede quando hai una unione monetaria in cui l’unica cosa unita è la moneta. Succede quando questa unione è contraddetta e paralizzata e osteggiata dai rifioriti e iper votati nazionalismi economici. Succede ancora di più quando hai un debito pubblico più grande quasi del tuo stesso paese e soprattutto non dai in giro la gran sensazione di volerlo e saperlo ridurre, forse neanche, alle brutte, onorarlo.

Zitta zitta, ma neanche tanto, quel poco di buona marea sta scemando. La crescita economica rallenta. Crescerà ancora il rancore di popolo? Verso chi, verso cosa? Un nemico esterno, un traditore interno? Come proveremo a bastonare, punire, fare un fuoco in cui bruciarla la realtà?