Ue la prendiamo per i fondelli. Di Maio: facciamo 18 mld senza vendere i gioielli

di Riccardo Galli
Pubblicato il 14 Novembre 2018 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
Unione europea la prendiamo per i fondelli. Di Maio: facciamo 18 mld senza vendere i gioielli

Ue la prendiamo per i fondelli. Di Maio: facciamo 18 mld senza vendere i gioielli (nella foto Ansa, Di Maio, Conte, Salvini)

ROMA – Ue la prendiamo per i fondelli. Commissione Europea la prendiamo in giro. Europa, nella risposta ufficiale a ciò che ci ha chiesto il governo italiano l’Europa la prende…beh si può dire anche in maniera più cruda di fondelli e in giro. Chi ha scritto e voluto la lettera di risposta firmata Tria si sente forte, fortissimo, abile, potente, invulnerabile. E anche astuto. Si sente astuto in un mare di fessi. Altrimenti non avrebbe messo nero su bianco e timbrato la presa per, diciamo fondelli, alla Ue.

Al governo italiano era stato indicato, dimostrato, suggerito, documentato come la Manovra del Popolo avrebbe ( a questo punto avrà) l’effetto di mantenere alto altissimo il debito pubblico italiano. Anzi, aumentarlo il debito pubblico italiano. E quindi era stato chiesto dalla Ue e dall’universo modo di fare qualcosa per arginare e non per nutrire il debito.

Al governo italiano era stato indicato, dimostrato, suggerito, documentato  come un incremento di spesa in deficit unito ad una previsione di crescita di Pil assai improbabile, uniti ancora a misure di spesa (pensioni, reddito cittadinanza) dalla sostanzialmente inquantificabile entità una volta avviate, tutto questo ed altro della Manovra del Popolo fosse incompatibile con un calo del debito pubblico. Come fosse illogico, impensabile un calo del debito aumentando la spesa in deficit, spesa assistenziale e non produttiva.

Per settimane il governo italiano ha risposta alla Ue e all’universo mondo che gli unici conti giusti erano quelli fatti in Italia, che una nuova aritmetica era arrivata a governare l’economia e che avveniva per volontà di popolo. E che l’Italia insomma finalmente libera faceva come le pare. Ma “dialogando”. Cosa volesse dire quel dialogare non era chiaro, visto che la Ue diceva: non potete fare come vi pare anche con i soldi nostri (euro moneta comune)  e non potete fare come se foste fuori dalla Ue ignorandone le regole. E il governo di Roma per settimane replicava: facciamo come ci pare e voi della Ue, se ci state bene, se non ci state ve ne farete una ragione. Strano come dialogo.

Infatti lo strano dialogo ieri sera ha finito per evolvere a presa per i fondelli. Di Maio, Salvini e Tria l’hanno pensata così la mandrakata alla Ue: volete che abbassiamo il debito pubblico, o che almeno non lo gonfiamo ancora? Lo volete perché in regime di moneta comune in qualche misura rispondete anche voi di quel debito? Bene, state tranquilli voi della Ue. Adesso, un attimo quel debito lo abbassiamo di 18 miliardi. Non male 18 miliardi, non poca cosa. Li troviamo quei 18 miliardi vendendo, privatizzando. Tondo tondi 18 miliardi cara Ue, così non stufi e borbotti più.

Ed eccola la presa per i fondelli: 18 miliardi da privatizzazioni ma “senza vendere i gioielli di Stato” subito assicura Di Maio. Cioè l’Italia giura, assicura, giurin giurello che abbassa il debito pubblico vendendo roba di seconda, di terza, roba che non serva e non vale.

Poi, perché la presa per i fondelli alla Ue sia completissima, il governo italiano annuncia che altri miliardi li spenderà, questi sacrosantissimi. Sono i miliardi per i danni da alluvioni e affini. Doveroso spenderli. Governo italiano aggiunge: visto che siamo stati così bravi che abbassiamo il debito per 18 miliardi vendendo non si sa a chi, non si sa chi se le compra, vendendo robetta e cianfrusaglie, i miliardi per i danni idro geologici e calamità ce li scontate ovviamente dal deficit.

Infine, nella lettera firmata Tria e vistata, visto si invii di Salvini e Di Maio non c’è proprio scritto. Ma c’è in qualche modo già stampato il chi se ne frega, tanto noi non paghiamo. Pagare cosa? Il costo della procedura di infrazione delle regole del debito che sicuramente la Ue ci infliggerà. Questa Ue e anche quella sovranista che dovesse venire. Anzi quella sovranista, se mai dovesse venire, ci prenderà più a calci nei fondelli di questa liberale. Ed è questa la storia: l’Italia prende oggi per i fondelli la Ue, domani la Ue prenderà l’Italia a calci nei fondelli.