Berlusconi dilaga in tv, Agcom tace

di Vincenzo Vita
Pubblicato il 16 Agosto 2013 - 06:56 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi dilaga in tv, Agcom tace

Berlusconi: dilaga in tv

Come ha reagito la Agcom, la agenzia per la garanzia nelle comunicazioni, davanti al dilagare in tv dei 9 minuti del messagio di Berlusconi  dopo la sua condanna in Cassazione?  Il Tg5 trasmise il video integralmente e sulle altre reti del gruppo quella è rimasta a lungo la notizia principale. La vicenda ha assunto i toni della “cerimonia mediatica” cara alle teorie delle comunicazioni di massa, ma non stiamo parlando in un seminario di studi, bensì nel pieno della gravissima crisi italiana.

La risposta è: nulla.

È una situazione abnorme che forse non ha precedenti. Dopo l’esposto di Renato Brunetta contro In mezz’ora o Ballarò per presunta violazione della par condicio l’istruttoria fu aperta subito, ma qui, in presenza di una probabile violazione della normativa nulla accade. L’equilibrio tra le varie posizioni, sulla base della legge 28 del 2000, del Testo Unico della radiodiffusione del 2005 e delle stesse delibere dell’Autorità, non riguarda solo lo stretto periodo elettorale. Pur in modo differenziato la regola vale sempre. Tra l’altro, vi era stato uno specifico indirizzo sui processi in televisione nato a suo tempo contro Santoro.

Perché l’Agcom tace e resta immobile? In verità, non si tratta solo dell’insufficiente vigilanza del collegio. L’Autorità, sulla delicata prerogativa che attiene ai contenuti editoriali da tempo ha alzato bandiera bianca. Fu già così proprio in campagna elettorale, quando si parlò più di revisione della legge che della sua fedele applicazione…

Il tema è assai delicato, anche perché in questi giorni si è aperta di fatto la campagna elettorale mediatica, al di là delle scadenze formali del voto politico. Non si sottovaluti, dunque, quanto sta succedendo, visto che la lunga marcia radiotelevisiva assomiglia alle pole position della Formula 1: quando si alza la bandiera del via, i distacchi possono essere già enormi. Altrimenti, a che servirebbero i primi manifesti per le strade?

Strano, proprio per questo, risulta l’atteggiamento dell’Autorità di settore: piena di iniziativa in zone extraterritoriali – vedi il regolamento sul copyright – e distratta sul capitolo ontologicamente costitutivo della stessa cultura delle garanzie. È il sintomo di una malattia ben grave.