Voto No al Referendum? Renzi mi sta su… Ma se i miei amici sono per il Si…i dubbi di Cesare Lanza

di Cesare Lanza
Pubblicato il 29 Novembre 2016 - 06:02| Aggiornato il 2 Dicembre 2016 OLTRE 6 MESI FA
Voto No al Referendum? Renzi mi sta su... Ma se i miei amici sono per il Si...i dubbi di Cesare Lanza

Voto No al Referendum? Renzi mi sta su… Ma se i miei amici sono per il Si…i dubbi di Cesare Lanza (nella foto)

Convinto sostenitore fino a ieri del No al Referendum, Cesare Lanza confessa il Grande Dubbio, dopo avere scoperto che alcuni amici genovesi degli anni della gioventù hanno scelto per il Si: se loro votano Sì, chi son io per preferire il No, si chiede in questo articolo pubblicato anche sul suo blog. Dall’articolo traspare e si evidenzia che alla base del suo no non c’è una scelta razionale ma solo l’antipatia per Renzi, tanto forte da accecarlo e non farli vedere la tragica ombra del Macbeth Grillo…

Il 4 dicembre, col voto del Referendum, vedremo se il premier Matteo Renzi sloggerà da palazzo Chigi, o no. Il Sì e il No alla riforma della Costituzione, come tutti sappiamo, è una finzione, un pretesto. Lo aveva voluto Renzi per imporsi, giurando che in caso di sconfitta avrebbe lasciato il governo e addirittura sarebbe uscito dalla politica. Poi, annusando i venti contrari ha fatto marcia indietro e ha detto che scherzava: la sfacciataggine è una sua caratteristica irrinunciabile, il paradosso è che a molti piace.

Quindi, Renzi Sì o No? Io punto e scommetto sul No, lo sostengo, spero che possano arrivare un governo più concreto e un premier di maggiore qualità. Però mi mette in allarme l’opinione di alcuni amici carissimi dai miei tempi genovesi, dei quali stimo enormemente la competenza e le virtuose opinioni e intuizioni. E loro votano Sì… e se loro votano Sì, non riesco a scacciare questo pensiero, chi sono io per pensare che il No sia preferibile?

C’è qualcosa che mi induce ad auspicarmi la caduta di Renzi, il catastrofismo annunciato, da lui e dai politici suoi sostenitori. La minaccia che, se cade lui, sarà il diluvio. I catastrofismi non mi sono mai piaciuti, da sessant’anni seguo la politica e non ho assistito a nessuna catastrofe annunciata. Magari! Ho assistito a una decadenza continua e inesorabile, mentre solo qualche catastrofe – come fu la seconda guerra mondiale per l’Italia, la Germania e il Giappone – riesce a dare una svolta rivoluzionaria e la capacità di lottare per la resurrezione a un popolo debole, mortificato, vinto. Ovviamente, nessuno può augurarsi una guerra, neanche qualsiasi altra catastrofe. Resto convinto che non mancherebbero, se Renzi cade, personaggi più validi di lui in grado di fronteggiare la crisi e la decadenza.

L’ho già scritto e testardamente ripeto: ma di quale cavolo di riforma costituzionale stiamo parlando? Di fatto, la Costituzione è stata già riformata, anzi violata, anzi sconvolta. Nel suo punto fondamentale: la sovranità del popolo. Ma quale sovranità ha il popolo? Al di là delle violazioni, derisioni quotidiane che avvengono nei riguardi del popolo, la nostra sovranità non esiste più. Ci siamo svenduti all’Europa, la sovranità è di questo mito inaccessibile è comunque mal realizzata: l’Europa.

All’interno dell’Europa, c’è chi sta in gabbia come noi, quasi tutti. I sovrani sono la Germania e, in misura più limitata, la Francia. Non contiamo nulla, il valore primario della Costituzione dei nostri Padri della Patria non esiste più. Possiamo ringraziare Ciampi e Prodi, ormai il dilemma è chiaro: si sta meglio restando nell’ambito europeo o si starebbe meglio se riuscissimo ad uscirne?