Consulenze per 500 mila “miracolati”: tartufologia, collaudo loculi…

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 12 Aprile 2013 - 10:55| Aggiornato il 10 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Consulenze per 500 mila “miracolati”: tartufologia, collaudo loculi… 2 miliardi di euro l’anno ci costa l’esercito di consulenti arruolato da ogni articolazione dello Stato: dalla Presidenza del Consiglio (5 milioni) ai Comuni (420 milioni) sono 456.565 i destinatari di incarichi a pioggia e spesso, quando lo scopo della consulenza è quantomeno dubbio, di incerta o risibile definizione. Al netto dei bravi e degli onesti, quello descritto da Daniele Auteri nel suo ultimo libro (Repubblica del 12 aprile ospita uno stralcio significativo) è lo spaccato fedele e inevitabile di una politica fondata sulla clientela e quindi sullo spreco.

Si ride ovviamente dovendo apprendere che a Torino il Comune stanzia 20 mila euro (contratto rinnovato per due anni) per un consulente addetto al benessere degli animali. O che in provincia di Potenza è necessario un collaudatore di loculi cimiteriali. O i due incaricati a Crotone come “inseritori di dati esterni”. La creatività raggiunge vertici insuperabili con il “tartufologo” (Moliere e le virtù tartufesche non c’entrano ma dovrebbero) e lo studioso delle abitudini riproduttive dei cormorani. Risate a parte, la consulenza è la via più breve per farsi assegnare una retribuzione dall’amico politico influente nella macchina amministrativa che si è riusciti a conquistare.

“Il saccheggio, consulenze d’oro e clientelismi”, il libro di Autieri, è un compendio ragionato di pubbliche nefandezze in doppiopetto, elargizioni indebite, incarichi ingiustificati, sulla base di parentele, amicizie, conoscenze. I protagonisti in parte li conosciamo, sono i nomi che spuntano ogni volta che un’inchiesta o una intercettazione occupa le prime pagine. Poi l’eco mediatica subito svanisce, mentre la consulenza resta. Del quasi mezzo milione di consulenti, 38.210 sono quelli “mascherati”:  è questo il destino di chi compone il personale politico di supporto.

Poi ci sono gli amici dei politici. Un episodio è illuminante: la vicenda di Antonia Ruggiero, assessora in Campania, colei che il marito accusa di averlo tradito nientemeno che con Berlusconi. C’è il tribunale per questo, certe offese non si lavano più nel sangue da un pezzo. Nel frattempo si scopre, che la sorella di Antonia, Dora Ruggiero ha ottenuto dalla Presidenza del Consiglio (al governo Berlusconi) una consulenza da 18 mila euro per “ridurre e semplificare il fisco alle imprese”.  A questo proposito Daniele Auteri rileva un’incongruenza. Il governo Monti è vero che si impegnato per invertire la rotta alla Presidenza del Consiglio, quella della consulenza facile di Berlusconi.

“Dall’insediamento di Mario Monti, la spending review è arrivata dentro Palazzo Chigi: gli esperti esterni del segretariato generale sono passati da 255 a 56, e quelli nominati dai ministri senza portafoglio sono stati ridotti da 39 a 21. Ma questi tagli bastano per giustificare il fatto che, nonostante la Presidenza del consiglio stanzi ogni anno 95 milioni di euro per il personale di ruolo, abbia speso tra il 2011 e il 2012 5,1 milioni per i suoi consulenti?”

Chi volesse proseguire nella lettura troverà un’edificante quadretto storico di inizio millennio in Italia, tra ministri, mogli di ministri, grand commis e compagne di grand commis, corridoi di ministeri brulicanti, incarichi a pioggia, consulenti in maschera al gran Carnevale dello spreco italiano.