Elsa Maxwell: fu regina del gossip: “Ho sposato il mondo”

Pubblicato il 27 Aprile 2013 - 19:13| Aggiornato il 20 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

L’autobiografia di Elsa Maxwell, la regina del gossip, che allora in Italia si chiamava pettegolezzo e della vita mondana tra gli Anni ruggenti e la Grande depressione, guerra e dopoguerra, è  stata ripubblicata in Italia da Elliot con il titolo “Ho sposato il mondo”. La prima edizione risale al 1955, otto anni prima della morte di quella che fu definita dai rotocalchi italiani del dopoguerra “la pettegola di Hollywood”.

Nel rilanciare la recensione di Mario Bernardi Guardi per “Libero”, Dagospia ricorda che Elsa Maxwell

“non aveva la licenza elementare, sventolava la sua verginità e “comandava” i big dello star system…”.

Mario Berardi Guardi scrive che l’immagine di Elsa Maxwell,

“nei celebri inserti fotografici del Borghese era spesso associata a quella di un rospo. E in effetti la giornalista gossipara e infaticabile organizzatrice di eventi Elsa Maxwell era grassa, gonfia, tozza e aveva l’aria della zitellona che sta alla corte dei ricchi e dei potenti, tessendo trame ruffianesche, spettegolando e sputacchiando nel piatto dove mangiava”.

Nel libro, però,

“non solo addolcisce i tratti del proprio profilo, ma parla di se stessa con una grande simpatia”,

“alla faccia di tutti quelli che ce l’hanno con lei, accusandola di sfruttare i suoi amici, di farsi pagare abbondantemente per sponsorizzare arrampicatori sociali, di «collezionare mazzette» elargitele dai fornitori di cibi e bevande, dagli albergatori, dai proprietari dei negozi di lusso ecc. ecc. per far loro pubblicità”.

“Tutte calunnie, dice Elsa, tutte accuse false: se «ho domandato ogni tanto a un piccolo gruppo di amici di tirarmi fuori da situazioni difficili con modesti prestiti», quei soldi li ho sempre restituiti. E quanto ai vestiti e ai preziosi monili che sfoggio, stilisti e gioiellieri me li regalano perché io li esibisca: perché non dovrei mettermeli?”

Secondo Mario Bernardi Guardi

“Elsa ha ragione. Il suo è il classico sogno americano perfettamente realizzato. Ovviamente, gli effetti speciali non mancano, visto che la pargoletta destinata a un radioso avvenire vede la luce nel palchetto di un teatro a Keokuk, Iowa”.

“Figlia di una brava massaia e di uno scrupoloso assicuratore con la passione della musica e degli artisti in genere, Elsa, sin da quando ha vent’anni, inanella le più svariate attività: pianista in un piccolo cinema, attrice in una compagnia di giro da un capo all’altro degli Usa, accompagnatrice di una stella del varietà in America, in Europa e in Sudafrica, socia di due locali notturni a Parigi, consigliera di stilisti, addetta alle pubbliche relazioni per Montecarlo, sceneggiatrice, giornalista, collaboratrice di riviste e conferenziera”.

Il libro comprende

“un elenco interminabile di personaggi perché ci sono, a esempio, gli osannati Churchill, Roosevelt e Eisenhower e i detestati Mussolini e Hitler, coppie a prova di bomba come i duchi di Windsor e coppie destinate a scoppiare come Rita Hayworth e Ali Kahn, Aristotele Onassis e Maria Callas, Cary Grant e Barbara Hutton…

“E poi Enrico Caruso che serve ai suoi ospiti pizza spruzzata di cipria, quel tirchio vanesio di George Bernard Shaw, Scott Fitzgerald che non smaltisce né le sbronze né i complessi di inferiorità, Greta Garbo radiosa, solitaria e piena di paure, la maliarda Marlène Dietrich, il bravo, buono e bello Gary Cooper, Hemimgway che si vanta troppo della sua virilità e fa sorgere qualche dubbio, l’incazzoso seduttore Gianni Agnelli che sfascia fidanzamenti e automobili, Albert Einstein che ama suonare il violino piuttosto che spiegare la teoria della relatività, Charlie Chaplin che improvvisa pantomime per gli ospiti, l’ambasciatrice yankee in Italia Clara Boothe Luce che qualcuno accusa di occuparsi troppo degli affari dell’ Italia ma che, in realtà, dolce e democratica com’è, vuole solo il nostro bene”.