Eros Ramazzotti e il no a Monica Bellucci: “Era un momento in cui sia lei che io eravamo liberi. È rimasto un bel ricordo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Luglio 2021 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
Eros Ramazzotti e il no a Monica Bellucci: "Era un momento in cui sia lei che io eravamo liberi. È rimasto un bel ricordo"

Eros Ramazzotti e il no a Monica Bellucci: “Era un momento in cui sia lei che io eravamo liberi. È rimasto un bel ricordo” (foto Ansa)

Intervistato dal Corriere della Sera, Eros Ramazzotti confessa di aver detto no a Monica Bellucci: “Era un momento in cui sia lei che io eravamo liberi. È rimasto un bel ricordo”.

Sul pullman con gli Azzurri che lasciano Wembley con in braccio la coppa, domenica notte si cantava “Più bella cosa” di Eros Ramazzotti.

“Sono molto amico di Verratti – racconta Ramazzotti – che già nei giorni scorsi mi mandava video dei loro cori… che bella sensazione. Ho visto la finale in Grecia con amici italiani e polacchi. Una gioia dopo tanta sofferenza, e non intendo solo quella della tensione di una partita cominciata male. Complimenti anche a Berrettini per la finale di Wimbledon e ai Maneskin cui consiglio di rimanere umili. E ora speriamo che le cose vadano bene in tutti i sensi, non solo nello sport e nella musica”.

Eros Ramazzotti e il Covid: “Tornando ai primi giorni ricordo la paura”

Il momento in cui ha capito che avrebbe fatto il cantante? “Avrò avuto 4-5 anni. La musica era in casa: papà cantava e anche il nonno, che non ho mai conosciuto, era musicista. Il momento in cui ho pensato che potesse essere la mia strada fu quando Ravera mi fece fare Castrocaro”. (…)

Il giorno in cui la pandemia le ha fatto saltare l’ultima data del tour mondiale a Los Angeles che ha pensato?

“Che siamo stati fortunati perché, a differenza di altri, siamo riusciti a fare tutte le date tranne quell’ultima. Per la musica spero che riparta tutto, piano piano, ma sembra che ci siamo… Tornando a quei giorni ricordo la paura. Eravamo a Cancun durante una pausa e, vedendo quello che iniziava ad accadere in Italia, abbiamo pensato che sarebbe stato meglio tornare dalle nostre famiglie. Siamo rimasti bloccati qualche giorno per questioni legate ai voli. Sapevo i miei stavano bene, anche se il fatto che fossero in Franciacorta, vicino alla zona più colpita, mi preoccupava. Durante la pandemia la mia creatività si è allargata, ho scritto 60 brani per il nuovo album che uscirà nel 2022: il virus mi ha dato la spinta per migliorarmi”. (…)

Il giorno in cui si è pentito di qualcosa? “Mi capita quando tratto male qualcuno e lo mando a quel paese. Succede a volte in auto, ma ci resto male. Sono uno cui piace stare in un angolo senza essere invadente. E anche se chi mi chiede un selfie mentre mangio è maleducato, mi alzo e lo faccio. Al limite si fredda la pasta”.

Eros Ramazzotti e la morte della madre: “È stata dura perché purtroppo non potevo essere lì con lei”

Il giorno delle lacrime? “Quando se ne è andata mamma. È stata dura perché purtroppo non potevo essere lì con lei. Quando era in vita me la sono goduta. E se la parte artistica viene da papà, il carattere forte l’ho preso da lei, calabrese doc”.

Quello delle risate? “I miei 40 anni, ma non posso dire perché. Mistero”.

Il giorno del no che le è costato di più in carriera?

“Negli anno 90 Clive Davis (uno dei discografici più influenti della storia ndr) mi voleva a New York per lanciare la mia carriera in America. Ma avevo bisogno di stare in famiglia con Michelle, Aurora stava per arrivare… Gli direi ancora no. Non sono uno che cerca il successo”.

Quello del no privato? “A Monica Bellucci. Era un momento in cui sia lei che io eravamo liberi. È rimasto un bel ricordo”.