Giorgio Panariello a Verissimo: Grazie Renato Zero perché…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2016 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA
Giorgio Panariello a Verissimo: Grazie Renato Zero perché...

Giorgio Panariello a Verissimo: Grazie Renato Zero perché… (foto di repertorio Ansa)

ROMA – Un Giorgio Panariello molto commosso ha partecipato a Verissimo, su Canale 5, il pomeriggio di sabato 9 gennaio 2016. Nella trasmissione condotta da Silvia Toffanin, Panariello ha ricordato la morte del fratello morto nel 2011 e ha rivelato un particolare che forse pochi sapevano: una delle persone che più gli è stata vicino dopo quel tragico lutto è stato il cantautore Renato Zero.

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Tra i vari argomenti che ha affrontato, Giorgio Panariello ha riaperto una delle pagine più tristi della sua vita privata riguardante la morte di suo fratello Francesco, ritrovato senza vita nel dicembre 2011 a Viareggio. Francesco Panariello è morto all’età di 50 anni e aveva problemi di tossicodipendenza: prima della morte, Francesco trascorse anche un periodo di disintossicazione nella comunità di San Patrignano.

Ai microfoni del talk show di Mediaset ha detto: “Mio fratello l’ho ritrovato in età adulta, quando ha avuto veramente bisogno di me. Una volta – prosegue – gli scrissi un bigliettino in cui gli dicevo che mi dispiaceva non potergli dimostrare che vivere diversamente è possibile”.

E poi a proseguito, rivolgendosi alla presentatrice Silvia Toffanin: “Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare pubblicamente Renato Zero che, in maniera inaspettata, mi è stato vicinissimo quando è scomparso mio fratello”.

Francesco Panariello, 50 anni, fratello di Giorgio, fu trovato privo di vita poco dopo la mezzanotte del 27 dicembre 2011 in un’aiuola sulla terrazza della Repubblica di fronte al bagno Zara a Viareggio. Un passante ha visto l’uomo, che in passato aveva avuto problemi di tossicodipendenza, a terra ed ha avvertito il 118. Il medico ha cercato, ma inutilmente, di rianimare Francesco Panariello. E’ intervenuta anche una volante della polizia.

Franco e Giorgio avevano avuto un’infanzia molto difficile. Abbandonati da una mamma-bambina quando Giorgio aveva poco più di un anno e Franco era appena nato, erano stati subito separati: il primo affidato ai nonni materni, il secondo messo in un collegio. Lì era rimasto per 12 anni prima di essere adottato da una famiglia benestante. “Neanche l’affetto della nuova famiglia – raccontò Franco nell’intervista-verità – riusciva a placarmi. Un giorno mi scoprirono mentre portavo via loro i soldi, cosi’ tolsero l’ adozione. Fui spedito in un collegio a Siena, ma anche lì durai poco, mi scoprirono mentre stavo rubando dei soldi al preside”.