Katia Ricciarelli a Belve: “Gioco d’azzardo? Mi piace ma non sono ludopatica”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Luglio 2018 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Karia Ricciarelli a Belve parla della sua passione per il gioco d'azzardo

Katia Ricciarelli a Belve: “Gioco d’azzardo? Mi piace ma non sono ludopatica”

ROMA – Katia Ricciarelli racconta al programma televisivo Belve la sua passione per il gioco d’azzardo, ma avvisa: “Non chiamatemi ludopatica”. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] La cantante lirica nell’intervista alla giornalista Francesca Fagnani, che andrà in onda in seconda serata il 6 luglio su Nove, spiega i motivi per cui ama le slot machine e si diverte con il gioco d’azzardo.

La Ricciarelli ammette infatti di avere tra i vari hobby quello del gioco e ne spiega il motivo:

“L’adrenalina, brava e soprattutto è un momento in cui mi trovo da sola con una macchinetta che prende tanti calci da me: “E damme una cosa, e damme un punto!”.

La cantante lirica ha poi raccontato la volta in cui ha guadagnato di più, ricordando una serata al casinò di Montecarlo:

“Sono andata, mi ricordo, allora avevo la residenza a Montecarlo e sono andata lì, ho fatto una scala reale, bellissima. Allora è arrivato il tizio, il tempo che lui andava a farmi il biglietto per la vincita che non ti dico nemmeno quanto se no cadi dallo sgabello. Per delle macchinette così 150mila euro fai conto. Il tempo in cui il cassiere stava per recarsi a fare la ricevuta che io ne ho fatta un’altra. Però, guarda, sono stata due mesi ferma senza lavorare”.

Poi scatta la domanda della giornalista del Nove, che chiede anche quanto la Ricciarelli abbia perso, e lei risponde:

“La volta peggiore sempre inferiore comunque ai 5mila euro. Io ho più vinto che perso, però vaglielo a dire alle persone che etichettano le altre come ludopatiche”.

La Ricciarelli ha poi insistito sul fatto che definire una persona ludopatica non va considerato un insulto:

“Ma è una bella parola questa, sembra davvero una malattia incurabile, no figurati, posso stare benissimo senza. Volevo tranquillizzare quelli che dicono io lo sia. Però sai, siccome a me, personalmente, non frega un accidente di essere vista, io vado”.