Quando la finta chioma di Travolta rovinò il servizio fotografico per la copertina di una rivista di aerei

Pubblicato il 26 Luglio 2010 - 00:42 OLTRE 6 MESI FA

La chioma più famosa di Hollywood oggi è ridotta forse a nulla più di un parrucchino. La “scioccante” rivelazione arriva dal nuovo libro dell’americano Randall Lane,  ex direttore di riviste ormai in pensione, intitolato “The Zeroes: my misadventures in the decade Wall Street went insane”.

L’aneddoto in questione riguarda naturalmente John Travolta, indimenticabile protagonista (insieme al suo celebre ciuffo) di Grease e della Febbre del sabato sera. La leggendaria chioma dell’attore avrebbe causato non pochi guai alla rivista di aeronautica “Privat Air” di cui Lane era, appunto, direttore.

Per lanciare il nuovo magazine, infatti, il suo direttore fondatore contava su una copertina esclusiva, che doveva ritrarre proprio Travolta, noto appassionato di aviazione, che possiede vari jet privati e ha addirittura una pista di decollo vicino alla sua villa.

Al momento della scelta dello scatto migliore, Lane inviò le immagini a Travolta per l’ok definitivo. L’attore pretese però di vederle stampate sulla stessa carta patinata della copertina con un procedimento molto dispendioso e Lane lo accontentò: gli tolse le rughe di espressione, le zampe di gallina e ogni imperfezione della pelle fino a farlo sembrare almeno dieci anni più giovane. Ma Travolta non era soddisfatto, così il giornalista gli mandò tutti gli scatti, lasciando a lui la scelta.

«A John non piace nessuna di queste» fu la laconica risposta di uno dei suoi numerosissimi assistenti. «Non uno scatto su cento? Ma qual è il problema?» chiese a un certo punto spazientito Lane. E lì arrivò la rivelazione: «Sono i suoi capelli». Non è dato sapere se sotto quel bruno tappeto si nascondesse una pelata o solo una chioma più rada rispetto ai gloriosi tempi della brillantina, fatto sta che “Tony Manero” pretese che il servizio fotografico venisse rifatto da capo, sulla pista di casa di fronte ai suoi adorati aerei.

Tutto sembrava risolto, quando la star improvvisamente alzò la posta: voleva che la rivista pagasse un biglietto d’aereo in prima classe al suo hairstylist di fiducia, direttamente da Los Angeles. Ottomila dollari di biglietto, più mille di parcella, più la trasferta del team di fotografi in Florida e 15 mila dollari extra per sistemare la preziosissima chioma: più del budget di produzione dell’intero numero della rivista.

L’investimento era infattibile, così l’assistente di Travolta tentò un ultimo compromesso in extremis. La star aveva appena finito un servizio fotografico con jet al seguito per una campagna pubblicitaria della Breitling, una marca di orologi che possedeva una compagnia aerea e che era anche inserzionista di “Private Air”, e propose a Lane di utilizzare uno di quegli scatti.

Lane era contrario per principio, perché puntava molto sull’originalità della fotografia per sostenere l’identità del magazine, ma quando l’assistente promise che lo scatto prescelto non sarebbe mai stato utilizzato da altri, Lane dovette cedere: non poteva rischiare di perdere la copertina con Travolta.

Poche settimane dopo, sfogliando un’anteprima del numero di “Private Air” che presto sarebbe finito in edicola, a Lane prese un colpo: la pubblicità della Breitling inserita nel magazine aveva la stessa foto di copertina del giornale. L’accordo era stato un pessimo affare, «un presagio di come poi sarebbero andate le cose».