Raz Degan: “Io, esperto di tutto e maestro di niente”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2015 - 19:36| Aggiornato il 21 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Raz Degan aveva ventisette anni e un passato da modello quando, nel 1995, divenne famoso per lo spot dell’amaro Jägermeister in cui diceva “Sono fatti miei”. Ne aveva trentaquattro nel 2002, quando si fidanzò con Paola Barale. Ora, a 47 anni, l’eclettico israeliano traccia per Vanity Fair un piccolo bilancio della sua vita e conclude che “sono esperto di tutto e maestro di niente”, cioè di non aver concluso molto ma di essersi divertito tanto.

È un personaggio ma non è mai riuscito a imporsi all’attenzione del pubblico per qualcosa che esulasse dalle definizioni di “fidanzato di Paola Barale” e “quello della pubblicità ‘sono fatti miei'”. Neanche quando, nel 2007, Ermanno Olmi gli offrì la parte di protagonista in Centochiodi. Un’esperienza che l’ex modello racconta con amarezza come un’occasione perduta:

Quando diventi popolare per uno spot, non hai niente. Da lì la sensazione di vuoto, il bisogno di farmi domande, lo yoga. Poi il ritorno in Italia, dove ho avuto la fortuna di incontrare una donna meravigliosa come Paola Barale che mi ha fatto mettere radici. Ho aperto una galleria d’arte a Milano e mi sono detto: proviamo a fare cinema di qualità”. Poi arriva Olmi e… “Vado alla prima e scopro che mi hanno doppiato. Il maestro aveva fatto quello che riteneva giusto, ma io ero molto incazzato. Mi sentivo tradito. Avevo avuto l’occasione di sdoganarmi ma non era successo: “Tanto non è lui che parla”, dicevano. La delusione mi ha reso impaziente”.

Ci ha provato con la televisione (Ballando con le Stelle e Mistero), ha fatto anche il direttore della fotografia nel documentario di Nadav Schirman “Il figlio di Hamas – The Green Prince”

“Ma non credo che continuerò a fare questo per il resto della vita. Ho capito una cosa: per raggiungere certi livelli in un settore, devi concentrarti solo su quello, voglio essere onesto, non sono quel tipo di persona. Loro (registi, fotografi, attori, ndr) hanno raggiunto l’eccellenza, ma hanno visto un quarto di quello che ho visto io perché hanno speso tutto il tempo per raggiungere il loro obiettivo mentre la vita va avanti. Io sono esperto di tutto e maestro di niente”.