Alessandra Mussolini-Paola Concia: “Tua madre”. “Affanculo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Febbraio 2016 - 13:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Alessandra Mussolini contro Paola Concia, secondo atto. Dopo lo scontro che si è consumato giovedì negli studi di Tagadà, il programma condotto da Tiziana Panella su La7 che aveva per tema le unioni civili e la procreazione assistita, con la Concia che alla fine si era alzata e se n’era andata, le due dirette interessate tornano a punzecchiarsi, questa volta a distanza, via social network.

Via Twitter, l’europarlamentare di Forza Italia scrive:

“Concia non sa rispondere alla Mussolini sulla procreazione assistita”.

A quel punto Concia ribatte:

“Tu devi ringraziare iddio che sono una signora, avrei potuto ricordarti molte cose. Ho preferito la dignità”.

E Alessandra Mussolini: “Tipo, cosa avresti potuto ricordare a proposito del tema della puntata? Dillo?”. E, forse per fortuna, in quel momento è entrato in scena un altro utente, “TiCommento”, che ha twittato, rispondendo quasi fosse Paola Concia:

“Tipo che è già tanto con quel cognome cammini in piedi e non stai a battere in piazzale Loreto”.

Al che la Mussolini ha ribattuto: “Quello lo faccio fare a tua madre”.

Ma lo scontro non si è limitato a Twitter. Su Facebook la deputata del Pd ha scritto un lungo post in cui giustificava l’abbandono degli studi durante la trasmissione:

“Perché me ne sono andata dalla trasmissione Tagadà a La7.

Non mi avevano detto che ci sarebbe stata la Mussolini perché sapevano che non sarei andata. Hanno invitato due gay col cane (col cane?????) che dicevano cose strampalate sulla sessualità che è un fatto privato (omofobia interiorizzata?). Al comizio di Mussolini che non è stato interrotto (Mussolini quella che ha il marito che ha patteggiato per prostituzione minorile?), che dava lezioni di etica sui figli e diceva cose vergognose, insultando quella coppia di madri (Annalisa mi ha chiamata in lacrime) dicendo cose orrende, mi sono detta “no Paola no, tu non puoi stare in questo circo, tu e tutti gli omosessuali non siete fenomeni da baraccone, abbiamo una dignità, calpestata ogni giorno.

E in virtù di quella dignità me ne sono andata, mandandoli affanculo. Si”.