Appalti in cambio di sesso, Berlusconi rischia l’accusa di corruzione

Pubblicato il 28 Settembre 2011 - 09:43| Aggiornato il 4 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (foto Lapresse)

ROMA – Da che era la vittima di un’estorsione, Silvio Berlusconi potrebbe ritrovarsi indagato con tre differenti accuse. Non solo aver istigato Tarantini a mentire davanti ai pm. Non solo il favoreggiamento della prostituzione. Ma anche corruzione e turbativa d’asta. Ogni giorno che passa si aggiunge un reato del quale i magistrati potrebbero accusarlo. Ancora non c’è una formalizzazione, ancora l’inchiesta non è stata assegnata alla procura di Bari dove pare approderà breve. Ma pare che nel capoluogo pugliese i pm abbiano già iniziato a discuterne.

L’accusa si reggerebbe tutta su quel groviglio di sesso e appalti che legava il premier a Gianpaolo Tarantini. Se, come credono i magistrati, Berlusconi era ben consapevole che le donne portate dall’imprenditore alle sue feste erano prostitute “foraggiatissime”, allora ecco come ricompensava Tarantini: procurandogli i contatti giusti per avere succosi appalti, soprattutto in Finmeccanica e nelle sue controllate. Tarantini, sappiamo, ha incontrato Bertolaso e Guarguaglini (presidente Finmeccanica) proprio grazie all’intermediazione del presidente del Consiglio.  Poi tutto è finito in un nulla di fatto, ma resta comunque il coinvolgimento del premier (stando alle intercettazioni) nella ricerca dei contatti.

Numerose intercettazioni dimostrano, secondo i giudici del Riesame di Napoli, che l'”utilizzatore finale” era ben consapevole della natura mercenaria dei rapporti sessuali. “Mi dispiace che non hai preso niente, avrò portato 100 donne e a tutte, chi cinquemila, chi tre, quindici, venti, a chi la macchina…”, disse Tarantini alla D’Addario. E ancora Vanessa Di Meglio, che prima di andare a una festa, chiese a Tarantini: “Chi paga? Tu o lui?”. Da non sottovalutare poi quel “la patonza deve girare”, che “gira” appunto, proprio in quanto servizio a pagamento.