Bahrain, finita la pacchia/ Il piccolo stato non vuole più essere considerato ”il bordello del Golfo”

Pubblicato il 10 Giugno 2009 - 14:58| Aggiornato il 4 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

Ogni fine settimana colonne di automobili intasano l’autostrada sopraelevata che collega l’Arabia Saudita al Bahrain. Migliaia di sauditi e molti occidentali che vanno a cercare nel minuscolo Paese del Golfo quello che nel regno di Abdullah è severissimamente vietato: sale cinematografiche, bar e sesso, a quanto scrive il Wall Street Journal.

Il Bahrain, contrariamente ai suoi ricchi vicini, ha poco petrolio, e il turismo alimenta un decimo dell’economia nazionale, principalmente in virtù delle sue leggi tolleranti riguardo all’alcol ed altri tipi di divertimenti.

Ma la pacchia per i visitatori provenienti dall’Arabia saudita sta per finire: i legislatori del Bahrain si sono stancati di sentir definire il loro Paese ”il bordello del Golfo” e si stanno adoperando per imporre, tanto per cominciare, forme di proibizionismo degli alcolici.

La camera dei deputati ha già approvato una legge che bandisce il consumo o l’acquisto di alcol negli alberghi, nei ristoranti, negli spacci duty-free e sulla compagnia di bandiera Gulf Air. Se la legge sarà approvata anche dal senato, il re Ahmad la promulgherà.

«Non è soltanto l’alcol a cui siamo contrari», ha dichiarato il deputato Adel Maawdah, «ma a quanto l’alcol si porta appresso: corruzione, prostituzione e traffici di droga».

La furia riformatrice dei parlamentari del Bahrain è stata scatenata da un articolo pubblicato su un sito internet per soli uomini in cui la capitale del Paese, Manama, viene annoverata in una lista tra ”le prime 10 città dal mondo in cui abbandonarsi ai vizi ed alla dissolutezza”.

Nessuno si aspetta che il Bahrain approverà un bando totale dell’alcol, giacchè un provvedimento del genere distruggerebbe l’industria turistica, ma restrizioni verranno imposte, fino a quando Manama verrà depennata dall’infame lista.