Batman e Robin sono gay? Quel lapsus sul fumetto del 1940…

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2016 - 18:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Batman e Robin sono gay? In un articolo pubblicato sulla rivista Slate, Glen Weldon ripercorre le tappe di una leggenda metropolitana che fatica a sbiadire, nonostante i tentativi della casa editrice di correggere il tiro a suon di avvocati e nuovi personaggi. Tutto sarebbe nato, scrive Weldon, ai tempi dei primi fumetti quando, nel lontano 1940, sul numero 38 andò in stampa un errore di battitura a proposito dell’arrivo di Robin: invece di “an ally”, un alleato, in pagina apparve scritto tutto attaccato “anally”, cioè analmente. Il risultato testuale era il seguente: “Batman prende analmente sotto il mantello per combattere il crimine”.

L’articolo di Glen Weldon tradotto da Dagospia:

Chiariamo subito: Robin non è gay. Non vi fate ingannare dalla tuta aderente. In nessuna delle sue versioni mostra una identità queer. E nemmeno Batman. Lo giurano i suoi stessi disegnatori. Eppure per anni, lettori e psicologi, hanno ritenuto Batman la quintessenza dell’omosessualità. Tutte quelle donne attorno con abiti fetish, e lui che è indifferente, interessato solo a Robin. Le battute su Dick e Bruce si sono sprecate sin dagli anni ’40.

Robin è stato aggiunto per accentuare il tono comico, è come Watson per Sherlock Holmes, il fratellastro minore di cui Batman deve prendersi cura. E, soprattutto, ha fatto raddoppiare le vendite del fumetto. Il sottotesto gaio però si è insinuato da subito, aprile 1940, numero 38: invece di scrivere “an ally”, un alleato, in pagina è apparso “anally”, creando la lettura della frase:«Batman prende analmente sotto il mantello per combattere il crimine”.

I due sono davvero intimi: sul numero 13 vanno in barca sul laghetto di Gotham City, soli e di notte, sul numero 59 sono nudi che fanno la lampada abbronzante, sul numero 84 si svegliano nello stesso letto. Bruce gira in vestaglia da camera, ha sempre questi enormi vasi di fiori nelle stanze, insomma sembra il sogno di una vita coniugale omosessuale. Chiaro, ogni relazione fra uomini può non essere erotica, soprattutto se il legame è padre-figlio, fratello maggiore-fratello minore, ma la questione è sfuggita di mano, e i due sono diventati icona gay.

I gay di allora non si vedevano rappresentati nei mass media, tantomeno sui fumetti. La lettura omosessuale di Batman e Robin è maliziosa, successiva, costruita negli anni. Comunque, con l’arrivo del maggiordomo Alfred, cattivi vari e bat-girl, i due non ebbero molto tempo da trascorrere insieme. Si discuteva molto di tre uomini coabitanti nel maniero di Wayne, e nel 1964 Alfred fu sostituito da Zia Harriet.

Nel ’66 Batman divenne una serie tv. I due erano praticamente due poliziotti con il mantello, ma divenne un fenomeno camp, anche grazie ai cattivi interpretati dalla diva Tallulah Bankhead (lesbica) e Liberace (omosex). I significati metagay si sprecavano, allora nei ’70 i due si separarono: Dick andò all’università, dove finalmente cominciò a frequentare donne, e Bruce diventò un virile cavaliere solitario. Negli anni successivi i disegnatori hanno evitato qualsiasi lettura che si prestasse a significati ambigui. Ciò che il fumetto ha diviso, il cinema ha riunito. Batman e Robin, a lungo separati, si ritrovano nei film “Batman Forever” (1995) e “Batman & Robin” (1997).

E’ la vittoria queer della squadra, perché stavolta non c’è sottotesto gay, è apertamente, esplicitamente gay. Il regista Schumacher lo sapeva, conosceva la lettura che avevano voluto dare i lettori queer nel tempo, e l’ha portata sullo schermo, facendo ammettere a Bruce ciò che nemmeno chi l’aveva concepito sapeva.