I tre della Circumvesuviana. Italiani, incensurati ci avevano già provato: le finte scuse, poi la violenza

di Dini Casali
Pubblicato il 7 Marzo 2019 - 09:18 OLTRE 6 MESI FA
I tre della Circumvesuviana. Italiani, incensurati ci avevano già provato: le finte scuse, poi la violenza

I tre della Circumvesuviana. Italiani, incensurati ci avevano già provato: le finte scuse, poi la violenza

ROMA – Giovani tra i 18 e i 20 anni, italiani residenti a San Giorgio a Cremano, incensurati: sono stati arrestati tutti e tre i principali indiziati dello stupro di gruppo nella stazione della Circumvesuviana a Napoli ai danni di una ragazza di 24 anni di Portici. Alessandro Sbrescia, Raffaele Borrelli e Antonio Cozzolino sono stati individuati quasi subito, grazie alla testimonianza di un amico comune che li aveva presentati alla vittima. 

Sì, perché è emerso un particolare inquietante: i tre ci avevano già provato una ventina di giorni fa, avevano cominciato cioè a molestarla interrompendosi solo perché la ragazza era riuscita a divincolarsi e mettersi in salvo. Senza però sporgere denuncia. Quando l’hanno rivista hanno usato un approccio diverso, si sono finti amici, in modo subdolo hanno provato a farsi perdonare: con la scusa di fumare uno spinello hanno attirato la ragazza nel vano dell’ascensore dedicato ai portatori di handicap.

Qui, a turno, uno alla volta mentre gli altri tenevano chiusa la porta del montacarichi, hanno abusato di lei. La ragazza, descritta come molto fragile, è rimasta come paralizzata, una tipica situazione di “freezing”, di congelamento dicono gli psicologi per spiegare impotenza e incapacità di reagire agli aggressori.

Sola, sotto choc, in lacrime: così un ragazzo l’ha trovata nella zona dei binari prima di aiutarla a telefonare alla madre. Con l’aiuto degli agenti della Squadra Mobile ha trovato il coraggio di denunciare che le era mancato venti giorni prima: le telecamere di sorveglianza, il fatto che li conoscesse di vista, i profili Facebook dei tre hanno dato la svolta definitiva alle indagini.

(fonte Il Mattino)