Don Dino, sesso con minori a Roma Termini: parroco e scrittore pedopornografico

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Maggio 2015 - 11:44| Aggiornato il 24 Maggio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Don Dino, l'orco di Roma Termini: parroco e scrittore pedopornografico

Don Dino, l’orco di Roma Termini: parroco e scrittore pedopornografico

ROMA – La domenica diceva messa nella parrocchia di Montecalvello, vicino Viterbo. Il resto della settimana, nel segreto di una stanza nella sua casa a Fiumicino, scriveva romanzi pedopornografici. Lui è padre Placido Greco, ma tutti lo conoscono col nome di Don Dino: è lui il parroco di 68 anni arrestato giovedì sera nell’ambito dell’inchiesta sul giro di prostituzione minorile alla stazione Termini di Roma. Ragazzini di 13 e 17 anni che si vendevano per una manciata di euro tra i binari, con orchi tra i 35 e gli 80 anni.

Quando gli uomini della polizia ferroviaria si sono recati a casa di Don Dino per perquisirla hanno trovato l’impensabile. Da un lato la dimora di un uomo di chiesa, con decine di santini, sacre scritture e libri di teologia. Dall’altra una stanza a luci rosse con foto hard e gadget pornografici. Sul suo computer c’erano migliaia di foto pedopornografiche. E non erano certo immagini scaricate da internet, ma autoprodotte e meticolosamente schedate per nome, età e tipo di prestazione delle piccole vittime. A completare il quadro ci sono anche quei romanzi per adulti, pubblicati sotto lo pseudonimo di Gabriele Doni. 

A Viterbo nessun sospetto, nessuna avvisaglia, raccontano all’indomani del suo arresto i religiosi della diocesi: “Lo conoscevamo ma lo vedevamo solo nel fine settimana. Fa parte della congregazione dei figli di Santa Maria Immacolata ed era sempre a Roma per assistere la mamma malata”. Una personalità doppia e tripla: nessuno poteva mai immaginare che Don Dino fosse uno degli 0rchi di Termini, lo scrittore perverso e anche il figlio amorevole sempre al capezzale della vecchia madre malata. Non lo immaginavano soprattutto le decine di madri e padri di Montecalvello che ora pregano che quei bambini finiti sul suo pc non siano i loro.