Drag queen Dhanubia Star cerca tacchi. Commessi le danno del “ricchione”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Maggio 2015 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA

ANDRIA – Va a comprare delle scarpe, dei tacchi, chiede un 41 e i commessi gli ridono in faccia. Più o meno è quel che è successo a Dhanubia Star, drag queen di Andria, in Puglia. Giovedì 29 aprile era andata insieme ad alcuni amici, tutti gay, in un negozio della catena Tata nel centro commerciale Mongolfiera. Il resto della storia è la stessa Dhanubia a raccontarlo, con una email mandata ai manager del negozio e pubblicata sulla propria pagina Facebook.

“Premetto che sono un ragazzo gay come anche i miei amici. I vostri commessi (un ragazzo e una ragazza) cominciano a ridere fra di loro (ma vabbè). Quando un mio amico chiede aiuto per trovare dei tacchi numero 41 e i vostri commessi cosa fanno? Si guardano e litigano su chi doveva venire a darci una mano. La ragazza dice ‘vai tu’ e il ragazzo risponde ‘no da quei ricchioni’. Vergognatevi: non metterò più piede in un vostro negozio”.

La email è stata inviata alla Tatat e ha sortito il suo effetto. La catena, nel frattempo raggiunta da altri messaggi di protesta per la vicenda, ha emesso un comunicato ufficiale con le scuse a Dhanubia e ai suoi amici.

“In merito ai fatti di recente accaduti presso il punto vendita Tata Italia, a seguito dei quali nei confronti della nostra azienda sono state mosse accuse di omofobia, Tata Italia spa, nello scusarsi ufficialmente, ci tiene a precisare che quanto accaduto è estraneo a quelli che sono i valori dell’azienda. Le persone in Tata Italia, siano esse clienti, dipendenti o altro sono tutte uguali, senza distinzioni di sesso, orientamento sessuale, razza, religione o credenze. Non possiamo cancellare quanto successo ma possiamo chiedere scusa a nome dell’azienda e a nome dei dipendenti del punto vendita di Andria, nei confronti dei quali l’azienda procederà con opportuni procedimenti disciplinari. (…). A tutte le persone che si sono sentite offese o toccate, direttamente o indirettamente, chiediamo sinceramente scusa”.

(Foto da Facebook)