Egitto, strage allo stadio: gli ultras sono quelli di Piazza Tahrir

Pubblicato il 2 Febbraio 2012 - 09:27 OLTRE 6 MESI FA

PORTO SAID, EGITTO – Gli ultras delle squadre di calcio egiziane sono da anni una delle forze più organizzate ed estese sul territorio nazionale; i gruppi più importanti e famosi sono gli Ahlawy dell’Al-Ahly, i Cavalieri Bianchi dello Zamelek e i tifosi di Porto Said.

Questi gruppi ultras sono accomunati dall’odio per la polizia; nei diciotto giorni della rivoluzione c’erano anche loro a Piazza Tahrir. Gli ultras erano presenti a titolo individuale ma erano facilmente identificabili per via di alcune loro caratteristiche: gli abiti, i modi di agire e soprattutto gli slogan diversi da quelli dei “veri” manifestanti.

Gli ultras sono stati accolti a braccia aperte dagli altri manifestanti che li hanno sempre considerati preziosi fratelli nella lotta.

Dietro la loro azione non si celano motivazioni politiche; Mohamed Gamal Beshir, esperto del movimento ed autore di “Kitab Al Ultras”, è stato chiaro: “L’80% degli egiziani non sa niente di politica e lo stesso vale per loro. Sono divisi, politicamente hanno mille posizioni o nessuna, ma l’ostilità per la polizia è il fattore comune, la lotta per vendicare gli abusi e la brutalità è il collante”.

Nella famosa “Battaglia dei Cammelli” a Tahrir (2 febbrario 2011) furono loro a combattere e sconfiggere i sostenitori di Mubarak. Sette mesi dopo, sulla stessa piazza, protestarono contro il ministero degli Interni per aver arrestato molti di loro, mentre gli altri manifestanti chiedevano le dimissioni immediate della giunta militare.

Beshier ha concluso la sua spiegazione aggiungendo: “I rivoluzionari di Tahrir li apprezzano ma la maggioranza degli egiziani non li considera altro che dei maniaci del calcio, ragazzini invasati e violenti”. Il servizio fotografico di LaPresse.