BRASILIA (BRASILE) – Le prostitute testimonial della campagna sesso sicuro promossa dal governo brasiliano, fa discutere. Le lavoratrici del sesso, infatti, dovranno trovarsi uno slogan diverso rispetto a quello scelto nello spot pubblicato fino a pochi giorni fa sul sito del ministero della Sanità: “Sono felice di essere una prostituta. Non posso stare senza il mio amore, il preservativo”.
A sollevare dubbi contro uno spot nato per inc0raggiare l’uso del profilattico sono state le comunità di cristiani evangelici e diversi deputati conservatori. L’accusa è di voler promuovere prima la professione e poi la prevenzione. 
Il ministro Alexandre Padilha ha detto di essere all’oscuro ed ha spiegato che la strategia comunicativa è stata portata avanti da altri. Il ministro ha annunciato il ritiro dello spot spiegando: “Non credo che un ministero debba diffondere messaggi simili. Finché sarò in carica, pubblicità di questo tipo saranno escluse dalle nostre campagne”. Il nuovo slogan deciso nella campagna è “non mi vergogno di usare il preservativo”.
Il paese a larga maggioranza cattolica ha legalizzato la professione penalizzando induzione e sfruttamento.
Secondo le stime, gli adulti che si prostituiscono sono un milione. I minori in vendita per miseria e per comparsi il crack, almeno 250 mila: ora si tema che la domanda possa crescere con la Confederation Cup 2013, i Mondiali di calcio 2014 e l’Olimpiade 2016: come riporta la stampa locale infatti, in vista dell’ondata di turisti occidentali tra le prostitute sono in crescita i corsi d’inglese.
La campagna pubblicitaria del governo, lanciata il 2 giugno in occasione della Giornata mondiale delle lavoratrici del sesso, voleva tutelare una categoria vulnerabile, spesso disinformata sui rischi sanitari. Il messaggio però è stato troppo ambiguo: “Combattiamo la prostituzione minorile e ci ritroviamo con uno spot che la promuove” ha spiegato  il deputato Liliam Sá del Partito dei lavoratori, lo stesso della presidenta Dilma Rousseff e del suo predecessore Lula.
Felice di essere prostituta": lo spot del governo brasiliano fa discutere

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