Fantasmi e follie: “Figli si devono omo accoppiare a scuola”

di Riccardo Galli
Pubblicato il 17 Settembre 2015 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA
Gender a scuola, la teoria che non esiste

Gender a scuola, la teoria che non esiste

ROMA – “I vostri figli saranno istigati all’omosessualità e saranno invitati alla masturbazione precoce fin dalla culla...”.  “Teoria del gender vuol dire che i vostri figli saranno istigati all’omosessualità..potrebbero essere obbligati ad assistere a proiezioni di filmati pornografici…obbligati ad avere rapporti carnali con bambini dello stesso sesso…”.

E via al racconto dell’obbligo di gonna per i maschietti, alla denuncia del complotto per sostituire i maschi e le femmine con una popolazione di ermafroditi, in somma l’Invasione degli Ultracorpi Gay. Nulla di tutto questo esiste nella realtà, nulla più di tutto questo sta conquistando la testa e l’anima di centinaia di migliaia di genitori, di mamma e papà. Appelli sul web, volantini in strada, petizioni, mobilitazioni, telefonate a raffica e a pioggia a radio e Tv …Un fantasma si aggira intorno alla scuola: l teoria gender. Che però esiste solo nella realtà immaginaria e immaginata di chi la teoria gender insieme la inventa e la odia.

Eppure è un fenomeno quasi di massa, di certo in crescita. Favorito dal passa parola, un po’ aiutato da un po’ di politica. Alla cui diffusione montante non deve comunque essere estranea un qualche psicologicamente e psichicamente non sereno rapporto con la sfera sessuale della vita. Altrimenti non si spiega perché così tanti credano a un così nulla.

Chi ha l’avventura di avere un figlio in età scolare difficilmente sarà riuscito a sfuggire ad uno dei tanti appelli ‘contro l’insegnamento di gender nelle scuole italiane. Una mostruosità, la suddetta teoria, che come recitano gli appelli che circolano sotto diverse forme – catene whatsapp, raccolta firme, volantini, catene su facebook, blog e via dicendo – può portare anche alla masturbazione in culla, che poi chi ha mai visto un neonato masturbarsi?! Peccato che la catena di appelli, urla, petizioni e manifestazioni, capace di arruolare anche una discreta fetta di politica, specie quella che ama cavalcare la superficie dei problemi, esista solo in funzione di un qualcosa che in realtà non esiste. La suddetta ‘teoria di gender’, infatti, non esiste. E chi dice il contrario, consciamente o inconsciamente, mente.

Come riporta Elena Tebano sul Corriere della Sera:

“”Non esiste una teoria di gender”, scriveva già nel 2014 in una lettera aperta al ministro dell’Istruzione la Società delle Storiche, che si era sentita chiamata in causa perché è la più importante associazione in Italia che si occupa di studi di genere. E spiegava che i “gender studies” (gender in inglese vuol dire genere) sono solo “uno strumento concettuale per poter pensare e analizzare le realtà storico-sociali delle relazioni tra i sessi in tutta la loro complessità e articolazione” e cioè una categoria storiografica per indagare le differenze dei ruoli e delle caratteristiche attribuite a uomini e donne nelle epoche della storia”.

Quindi, per essere ancora più chiari, è un metodo storiografico che si applica principalmente al passato e non propone ma serve invece da lente per leggere alcuni aspetti delle società umane. Società dove, chiunque può convenire, non sempre i ruoli degli uomini e delle donne erano gli stessi che conosciamo nella nostra società.

Ed anche senza l’intervento della Società delle Storiche, chi oltre ad avere un figlio in età scolare si è anche preso la briga di aprire i libri scolastici, o si è addirittura fatto illustrare il programma dalle insegnanti, saprà che la teoria di gender a scuola, come per altro in ogni dove, semplicemente non esiste. E’ una chimera, un idolo creato ad hoc da chi è contrario all’idea del matrimonio omosessuale, all’idea di estendere i diritti alle coppie omosessuali, ma anche da chi teme di poter aver figlio gay e da chi prenderebbe in giro un compagno di scuola o lavoro gay. Un totem attorno a cui si raccoglie una parte di mondo che la pensa in un certo modo e che definire come ‘chi è contro il matrimonio gay’ rischia inevitabilmente di essere riduttivo e in alcuni casi non esatto. Ma proprio la difficoltà nel descrivere chi sono i sostenitori del ‘no teoria di gender’, è una conseguenza del fatto che questa non esiste. E come un idolo creato anche e soprattutto da chi questi sentimenti cavalca dal punto di vista politico, è un idolo che però, come tutti i miti, non esiste.

Mentre esiste invece nella realtà il seguito che questo mito, virale in internet, diffusissimo in radio e nelle parole e nelle idee della cosiddetta gente, e capace anche di aggregare manifestazioni di piazza, ha. Come esiste, almeno nella realtà della scuola, il dato che chi sostiene l’esistenza della “teoria di gender”, sia di fatto contrario al progetto — questo sì contenuto nella riforma della scuola — che mira a prevenire la violenza sulle donne e il bullismo omofobico attraverso l’educazione alla parità di genere (l’eguaglianza tra uomini e donne) e al rispetto delle persone gay e lesbiche.

Eguaglianza e rispetto sono l’unica cosa che si dovrebbe, e chi ha figli in età scolare sa che il condizionale è d’obbligo, insegnare nelle scuola. Da programma e nei fatti. Ma spesso i primi cattivi insegnanti sono quelli che hanno un figlio in età scolare. E allora, come recita uno dei tanti appelli: “Teoria del gender vuol dire che i vostri figli saranno istigati all’omosessualità, che saranno invitati alla masturbazione precoce fin dalla culla, che potrebbero essere obbligati ad assistere a proiezioni di filmati pornografici, fino ad arrivare a correre il rischio di sentirsi obbligati ad avere rapporti carnali con bambini dello stesso sesso”.