Germania, “tassa sul piacere” anche sui massaggi tantrici: l’Imu sul sesso non risparmia nessuno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Novembre 2013 - 15:08| Aggiornato il 26 Febbraio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Germania, “tassa sul piacere” anche sui massaggi tantrici: l’Imu sul sesso non risparmia nessuno

Germania, “tassa sul piacere” anche sui massaggi tantrici: l’Imu sul sesso non risparmia nessuno

BERLINO – Anche sui massaggi tantrici bisogna pagare le tasse, in Germania. Lo ha deciso una sentenza della Corte di Stoccarda, che impone anche a chi pratica quel tipo di massaggi di pagare la tassa sul piacere, una sorta di “Imu sul sesso” un’imposta municipale che le città tedesche incassano da case d’appuntamenti, locali per scambisti, saune erotiche, sexy shop e qualunque attività commerciale riguardi il sesso.

Il massaggio tantrico va tassato, insomma, come scrive l’inviato Matteo Alviti su La Stampa:

“Così ha deciso la corte di Stoccarda, respingendo ieri il ricorso contro l’amministrazione comunale della proprietaria di uno studio per massaggi tantrici. Il fatto che tale pratica rituale abbia come obiettivo il benessere complessivo del corpo, e non il piacere sessuale prima di tutto, non è stato un motivo sufficiente per guadagnare l’esenzione dalla “tassa sul piacere”, inaugurata circa dieci anni fa, tra le prime, dalla città di Colonia.

Di fronte ai giudici la proprietaria 55enne ha del resto ammesso che nel suo studio si ricerchi anche «l’occasione del piacere sessuale». E che durante il trattamento clienti e massaggiatrici siano nudi, come prevede il rituale. Più che gli indizi sopra citati, la vera “smoking gun”, decisiva per la sentenza, è stata però il fatto che i clienti potessero prenotare massaggi completi, che includono la zona genitale.

Pur ammettendo che lo studio di massaggi tantrici non avesse nulla in comune con un bordello, i giudici hanno riconosciuto una «inclinazione simile» alla ricerca del piacere sessuale, con conseguenti ricadute fiscali. E’ la prima sentenza simile emessa in Germania, ha riconosciuto la portavoce della corte di Stoccarda, città che nel 2012 ha prodotto circa un milione di euro di incassi con la “tassa sul piacere”.

Alla signora non resta ora che il ricorso, ammesso dalla corte per il valore generale della sentenza. Oppure rassegnarsi e iniziare a pagare la sua “tassa sul piacere”. Ottocentoquaranta euro per due mesi, hanno calcolato le autorità.