Governo Letta, Berlusconi, pornoricatto ai grillini: rassegna stampa e prime pagine

ROMA – Letta cauto ma vede l’intesa. Il Corriere della Sera: “Il premier incaricato: restano nodi. Berlusconi apre.”

Letta: governo vicino al traguardo. La Repubblica: “Berlusconi: non può fallire. Ma è braccio di ferro sui ministri.”

Pornoricatto ai grillini. Libero: “Gli hacker non hanno rubato dai computer dei parlamentari solo imbarazzanti comunicazioni politiche con Grillo e Casaleggio, ma anche scatti tanto privati quanto hard. Che ora diffondono.”

“Sì a Letta, ma meno tasse”. Il Giornale: “Il Cavaliere telefona al premier incaricato: “Non può fallire. Io? Non farò il ministro”. E il Pdl tiene duro sull’Imu.”

“Governo senza ex ministri politici”. La Stampa: “Letta gioca la carta del rinnovamento con il Pdl, deroga solo ad Alfano. L’incontro con i 5S: scongelatevi. Grillo: con voi non ci mescoleremo mai.”

Imu e ministri, Letta va avanti. Il Messaggero: “Schiarita dopo le consultazioni e i contatti con il Colle: “Restano i nodi, ci vuole tempo.”

Il Pd caccia chi non vota. Il Governo D’Alema-Alfano. Il Fatto Quotidiano: “Il premier incaricato incontra il Pdl: ‘Spirito costruttivo, ma restano nodi’. Poi Berlusconi chiama Enrico Letta e gli dà il via libera. Nodi Sel e M5S. Pugno di ferro dei Democratici che non vogliono defezioni sul voto di fiducia.”

“Meno austerità Ue, più crescita.” Il Sole 24 Ore: “Letta: bene il confronto col Pdl, ma restano nodi. Berlusconi: il Governo deve nascere.”

Boateng esclusivo: basta buuu! Volevo andarmene. La Gazzetta dello Sport: “Non mi arrendo davanti a pochi deficienti, il problema però esiste. Resto, la mia casa è il Milan.”

Niente ex ministri e più giovani. Le due condizioni di Enrico. L’articolo de La Stampa a firma di Fabio Martini:

“Il (quasi) presidente del Consiglio si è rivolto ai suoi interlocutori con queste parole: «Non ho pregiudiziali ideologiche verso i vostri otto punti programmatici…». Abituati ad un Pd sempre ostile, sempre afflitto da un complesso di superiorità verso il “mostro” Berlusconi, gli esponenti del Pdl hanno interiormente sorriso davanti a quel pragmatismo. E, uscendo dall’incontro, si sono scambiati cenni di intesa: il “giovane” Letta ci sa fare. Nel corso dell’incontro il capo delegazione del Pdl Angelino Alfano ha contraccambiato le aperture del presidente incaricato, di fatto aprendo la strada ad un accordo che è quasi fatto. Ma per chiuderlo, si aspetta Berlusconi di ritorno dagli Stati Uniti: insomma l’intesa preliminare è fatta, ma la firma la metterà lui. L’intesa gira attorno ad una idea forte: quella di un significativo ricambio generazionale. Giovani e facce nuove, in questo caso non necessariamente di primo pelo. Ma c’è ancora divergenza tra Letta, che vuole anche un significativo ingresso di personaggi della società civile, personalità di alto livello nel campo delle professioni e il Pdl che resiste e vuole una netta prevalenza di ministri politici, di partito. Tutto nasce, tre giorni fa e nella testa di Letta, anche dall’esigenza di evitare l’originale discriminazione espressa dal Pd verso alcuni ex ministri del Pdl, considerati eccessivamente «ingombranti» (Brunetta, Gelmini).”

Via libera anche da Alfano «Ma sull’Imu non molliamo». L’articolo de Il Giornale a firma di Francesco Cramer:

“Morale: un incontro interlo­cutorio. Con un’assenza-pre­senza determinante: Napolita­no. L’uomo che costringerà le due parti a dar vita al governissi­mo. E proprio da Napolitano parte la conferenza stampa del segretario del Pdl: «Abbiamo avviato il colloquio con la reci­proca attestazione di gratitudi­ne nei confronti di Napolitano che ha accettato ancora di sede­re su uno scranno alto, nobile scomodo». Scomodo, soprat­tutto, visto le reciproche diffi­denze che ancora esistono tra Pdl e Pd. Prova ne è che le due parti concordano: «Deve esse­re un governo forte, politico, che abbia carattere costituente e che quindi duri almeno due anni».Ma Alfano lancia un mes­saggio ottimista: «È stato un in­con­tro affrontato con spirito co­struttivo. Lo stesso spirito co­struttivo abbiamo riscontrato nell’approccio del presidente del Consiglio incaricato,e quin­di siamo soddisfatti dell’incon­tro ». Più in concreto, «Abbia­mo ricevuto delle aperture sui nostri otto punti del program­ma. Non ci è stata una sola que­stione degli otto­punti su cui Let­ta ci ha detto che è improponibi­le ». Alfano giura poi che le trat­tative non hanno riguardato né il tipo di esecutivo da far nasce­re né la squadra che lo compor­rà. «Non c’è un problema di pol­trone e cadreghe», dice. Di no­mi, all’incontro,non se ne sono fatti. Non era la sede adatta. Ma è chiaro che non c’è patto senza accordo sui ministri. Tutto li­scio, quindi? No: «Sono stati fat­ti passi avanti ma ci sono anco­ra alcuni nodi da scogliere». Per il Pdl l’Imu è questione clou:«Non c’è una scaletta cro­nologica. Ma è inimmaginabile che senza l’Imu possa esserci la nostra presenza». Quindi: «Se mi chiedete se s’è chiuso l’ac­cordo la mia risposta è no ». Alfa­no coglie aperture anche sugli altri temi che stanno molto a cuore al Pdl: la detassazione per i nuovi giovani assunti, la sburocratizzazione per le attivi­tà imprenditoriali con i control­li ex post, i poteri di Equitalia.”

«Spero che Letta ce la faccia. Ma io non farò il ministro». L’intervista a Berlusconi de Il Giornale a firma di Adalberto Signore:

Cosa ne pen­sa dell’incari­co ad Enrico Letta? «L’ho sentito al telefono e spero davvero riesca a formare un governo di cui il Paese ha davvero biso­gno. Siamo in una situazione in cui non si può più continua­re ad andare avanti senza un esecutivo che indirizzi la poli­tica economica, altrimenti il rischio è quello di finire in gi­nocchio ». Quindi lei è pronto a sostene­re il governo Letta? «Certamente sì. Anche se, detto con buon senso e non perché si tratta di un aut aut , è fondamentale che il nuovo esecutivo si faccia carico de­gli otto punti del nostro pro­gramma». Sei dei quali sono economi­ci… «Sono fondamentali. Abbia­mo preso un impegno davan­ti al nostro elettorato e certo non possiamo disattenderlo. Bisogna agire seriamente sul­l’abolizione dell’Imu, sull’Ir­pef, su Equitalia, sulle detra­zioni alle imprese che assu­mono giovani… Non c’è più tempo per aspettare». Questa l’agenda. Ma si sta di­scutendo anche dei ministri che entreranno nel prossi­mo governo. E pare che nel Pdl ci siano molti che sgomi­tano. Lei ha delle preferen­ze? «Se il nuovo esecutivo fa propria la nostra agenda eco­nomica il nome e cognome dei prossimi ministri non è certo un problema. Nessuno veto e nessuna richiesta da parte nostra». E Silvio Berlusconi entrerà nella squadra di governo? Si vedrebbe, per esempio, al ministero dell’Economia? «Ci mancherebbe altro… Non c’è alcun bisogno che io entri nell’esecutivo. Possono farcela benissimo senza di me, purché abbiano come fa­ro il nostro programma fisca­le. È quella la nostra vera di­scriminante » .”

Foto hard: pornoricatto ai grillini. L’articolo di Libero a firma di Matteo Pandini:

“Quello che è accaduto è grave e incredibile. Tanto incredibile che una delle parlamentari spiate (Giulia Sarti, 26 anni, capolista in Emilia Romagna per Montecitorio) dopo le anticipazioni de l’Espresso – so aveva parlato di bufala. Su Twitter aveva accusato il settimanale: «I file caricati dai presunti hacker sono vuoti. Non c’è nulla! L’Espresso non ha nemmeno verificato la veridicità della notizia». Poi, l’amara scoperta. I file erano difficili da scaricare anche perché superiori al gigabyte (anche noi ci avevamo provato, seguendo le indicazioni del settimanale che riportava le istruzioni degli hacker). Difficili ma non impossibili. Tanto che nella rete hanno iniziato a circolare le prime informazioni. «Hanno violato la casella di posta personale» bucando l’account di webmail, ha poi ammesso la grillina. E in un video su Youtube con un altro deputato – il laziale Stefano Vignaroli – si rivolge direttamente agli elettori. Denunciando il reato subìto. «Siamo personaggi pubblici, ma non per questo la nostra vita privata deve essere sbattuta su giornali o nella rete» spiega la Sarti. E Vignaroli aggiunge: «È un’intimidazione, diffidiamo chiunque dal diffondere il  materiale». La Polizia postale sta indagando e la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta, ma a questo punto va fatto un passo indietro per capire meglio la gravità della faccenda.”

Il gran ritorno di Bush “Io liberatore di popoli”. L’articolo de La Stampa a firma di Paolo Mastrolilli:

“Quella di ieri alla Southern Methodist University è una delle occasioni in cui gli Stati Uniti ritrovano tutta la loro forza e unità. Si aprivano la biblioteca, il museo, il centro di studi e iniziative politiche che custodiranno l’eredità di uno dei Presidenti più controversi degli ultimi decenni, eppure tutti i membri dell’esclusivo club dei capi della Casa Bianca erano presenti, insieme a invitati internazionali come Blair, Aznar e Berlusconi. Carter, il più anziano in termini di servizio, era stato battuto da George Bush padre, quando in ticket con Ronald Reagan lo aveva sfrattato da Pennsylvania Avenue dopo un solo mandato. Bush padre, a sua volta, era stato battuto e umiliato da Bill Clinton, che però ieri era a Dallas per onorare il figlio, insieme alla moglie Hillary che nel 2016 potrebbe sfidare proprio Jeb per la presidenza. George W. è l’uomo che alla Casa Bianca aveva la missione di fare tutto il contrario del predecessore Bill, e Obama a sua volta è stato eletto per due volte rimproverando tutti i mali degli Stati Uniti a Bush figlio. Eppure ieri sembravano amorevoli parenti a una riunione di famiglia, o quanto meno vecchi amici che si ritrovano dopo tanti anni.”

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