Gran Bretagna, piercing alla vagina come infibulazione: sarà illegale

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Marzo 2015 - 17:08 OLTRE 6 MESI FA
Gran Bretagna,  piercing alla vagina come infibulazione: sarà illegale

Gran Bretagna, piercing alla vagina come infibulazione: sarà illegale

ROMA – Il piercing alla vagina è come l’infibulazione. Non è una provocazione ma la regola in Gran Bretagna secondo quanto stabilito dal National Health Service, il servizio sanitario britannico, che in linea con quanto già predicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha deciso di equiparare le pratica di perforare le parti intime femminili con ornamenti di vario tipo alle mutilazioni subite da molte donne in alcune comunità africane e asiatiche. Una “pratica altamente nociva e lesiva degli organi genitali” che dunque va perseguita come reato.

Secondo quanto riporta il quotidiano The Independent, le nuove regole entreranno in vigore da aprile. Il Dipartimento di Salute ha già fatto sapere che sta prendendo ogni precauzione per registrare i piercing genitali fatti in un contesto abusivo e violento. La nuova regolamentazione, obbligatoria, si applicherà dunque anche alle donne che con il loro consenso si sono sottoposte a questa procedura per motivi cosmetici ed estetici, o perché ritengono così di aumentare e migliorare la loro vita sessuale.

Le mutilazioni genitali, sostengono le autorità britanniche, sono una procedura non medica che intenzionalmente modifica l’aspetto degli organi genitali femminili, causando anche lesioni. Il piercing e le incisioni sono classificati come ‘‘procedure dannose” e rientrano tra le mutilazioni genitali delle linee guida dell’Oms pubblicate l’anno scorso.

Nel mondo oltre 130 milioni di donne e ragazze hanno sofferto e subito mutilazioni genitali e nel Regno Unito sono in aumento le donne trattate negli ultimi mesi nei servizi sanitari a causa delle stesse. ”Stiamo prendendo ogni precauzione – ha spiegato un portavoce del Dipartimento di Salute – per registrare i piercing genitali fatti in contesti violenti. La raccolta di dati ci aiuterà ad avere un quadro della natura del problema che stiamo affrontando”.