India. Liberato stupratore Nirbhaya, scoppiano proteste

Pubblicato il 20 Dicembre 2015 - 19:08 OLTRE 6 MESI FA
Jyoti Singh,

Jyoti Singh,

INDIA, NEW DELHI – Riesplodono le proteste contro le violenze sessuali a New Delhi dopo la scarcerazione avvenuta domenica di uno degli stupratori di Jyoti Singh, la studentessa nota come Nirbhaya (‘colei che ha coraggio’), morta tre anni fa dopo una lunga agonia. Diversi manifestanti sono stati prelevati dalla polizia mentre inscenavano una manifestazione anti governativa nei pressi del monumento ai Caduti dell’India Gate, nel cuore della capitale e teatro della rivolta popolare scoppiata nel dicembre 2012 dopo il brutale stupro commesso da un ‘branco’ su un autobus.

Le autorita’ avevano negato il permesso di tenere un sit-in nell’area, ma i dimostranti hanno sfidato il divieto. La protesta era stata organizzata dai genitori della vittima contrari al rilascio di un giovane che all’epoca della violenza non aveva ancora compiuto 18 anni e che per questo era stato condannato a tre anni di riformatorio, la pena massima prevista per questo reato nel caso di minorenni.

Domenica scadevano i termini e il ragazzo (il cui nome e’ coperto dalla legge sulla privacy) e’ stato rimesso in liberta’. Per evitare disordini, che gia’ si erano creati sabato, e’ stato trasferito in una localita’ segreta sotto la custodia di una organizzazione non governativa. “Non ho paura di andare in prigione – ha detto ai giornalisti la madre Asha Devi prima di essere arrestata insieme al marito – oggi si cerca di salvare un criminale e per questo la polizia ha schierato molte forze. Se questi poliziotti fossero impiegati per la sicurezza delle donne, non ci sarebbero più stupri”.

Molti attivisti, politici e gli stessi genitori di Nirbhaya avevano rivolto un appello al governo di destra del premier Narendra Modi per sospendere il provvedimento di scarcerazione. Avevano anche presentato un ricorso a un tribunale, motivando la richiesta con il fatto che il giovane non “era abbastanza rieducato” e che quindi poteva ancora rappresentare un pericolo per la societa’.

La Commissione per le donne di New Delhi (DCW), un’entita’ municipale, ha fatto un tentativo in extremis sabato sera con la Corte Suprema. Ma i giudici del massimo organo giuridico indiano si sono limitati a fissare una udienza per lunedi senza sospendere il rilascio dal riformatorio. Sabato, circa 40 persone, tra cui i genitori, erano stati portati in commissariato dopo che avevano organizzato una manifestazione davanti al riformatorio nel nord della capitale.

Asha Devi e il marito Badrinath Singh Pandey erano stati rilasciati quasi subito, dopo che il governatore di New Delhi Arvind Kejriwal si e’ detto ‘scioccato’ e ha chiesto l’immediato rilascio. Il minorenne faceva parte del gruppo di sei giovani ubriachi che la sera del 16 dicembre 2012 hanno commesso la violenza shock su un autobus in movimento. Quattro sono stati condannati a morte mentre un quinto si e’ suicidato in carcere.