Infertile una coppia su cinque. Aumentano malattie sessuali degli under-20

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Maggio 2015 - 22:23| Aggiornato il 28 Maggio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Beatrice Lorenzin (Ansa)

Beatrice Lorenzin (Ansa)

ROMA – In Australia si sono allestiti cartelli informativi nei bus che indicano il calare dell’età fertile per la donna, mentre in Danimarca uno spot molto più esplicito invita a fare l’amore per dare un figlio in più al Paese. Il problema delle ‘culle vuote’, con un indice di denatalità allarmante, accomuna ormai molti Paesi europei e non che, in diversi modi, stanno correndo ai ripari.

L’Italia lo fa mettendo in campo un Piano nazionale per la fertilità, presentato  dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che parte da due dati preoccupanti: il 20% delle coppie ha oggi problemi a procreare, mentre aumentano soprattutto tra i giovanissimi le malattie a trasmissione sessuale, che sono appunto tra le prime cause di infertilità. Bastano pochi numeri a tracciare uno scenario che si prospetta critico: la bassa soglia di sostituzione nella popolazione non consente di fornire un ricambio generazionale, e il valore di 1,39 figli per donna, nel 2013, colloca il nostro Paese tra gli stati europei con i più bassi livelli.

Tanto che, sempre nel 2013, l’Istat ha stimato circa 64 mila bambini nati in meno negli ultimi 5 anni. Tutto ciò, avvertono gli esperti, mette a serio rischio il nostro sistema sociale di Welfare. Dunque, ha osservato Lorenzin, ‘‘la denatalità non è solo un problema individuale, ma che riguarda l’intero sistema sociale”. E la situazione appare ancora più grave alla luce dei dati sull’infertilità, fenomeno che colpisce il 20% delle coppie, mentre solo 20 anni fa tale percentuale era pari alla metà. Tante le possibili cause: dalle malattie, rilevano gli esperti del tavolo sul tema istituito dal ministero, all’aumento dell’età per il primo figlio (mentre proprio l’età, sia delle donne che dell’uomo, gioca un ruolo fondamentale sulla capacità riproduttiva) agli stili di vita, considerando che fumo, alcol e sedentarietà possono deteriorare le fertilità.

E poi ci sono le malattie sessualmente trasmesse – come Hiv, papillomavirus, sifilide, clamidia – che, ha avvertito Lorenzin, ”sono in allarmante aumento tra i giovani e rappresentano alcune delle principali cause di infertilità”. Patologie queste che possono però essere prevenute, ma ancora troppe persone non lo sanno a partire, appunto, dai giovani. da qui il Piano nazionale, che punta anche a realizzare campagne informative ad hoc per i giovani sia attraverso i social network sia definendo accordi di collaborazione con il ministero dell’Istruzione. Il Piano prevede pure la creazione di Unità ad hoc negli ospedali per favorire ed assistere le coppie che vogliono un figlio ed hanno problemi di fertilità, includendo anche un percorso per i pazienti oncologici, e verrà istituita una Giornata nazionale per la fertilità, il Fertility Day, a partire dal 7 maggio 2016. Questo Piano, ha chiarito il ministro, ”è un punto di partenza strategico; non è un Piano moralistico che invita a fare figli, ma un insieme di azioni volte a informare i cittadini affinchè siano in grado di fare le proprie scelte in modo consapevole. Ciò a cui si punta è un rinnovamento culturale in tema di procreazione”. Si tratta certamente di ”obiettivi ambiziosi – ammette Lorenzin – ma alla portata di un Sistema sanitario di eccellenza come il nostro”.