Lavatrici, bottiglie e scarpe: i fondali-discarica dell’Isola del Giglio

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 6 Settembre 2011 - 13:21 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 6 settembre – Scarpe, bottiglie di plastica, lattine, persino uno stereo e una lavatrice: è la nuova “fauna” dei fondali dell’Isola del Giglio, uno dei posti più belli del Santuario dei Cetacei istituito dal Ministero dell’Ambiente tra Toscana, Liguria e Costa Azzurra, e che ora, a giudicare dalle foto-denuncia pubblicate da Greenpeace, sembra più un santuario dei rifiuti. L’organizzazione ambientalista lancia l’allarme dopo aver monitorato le condizioni dei fondali dell’isola nella mattinata del 5 settembre.

L’isola del Giglio è uno dei siti più importanti per immersioni in Italia. I suoi fondali di posidonia, gorgonie e spugne rendono la zona un vero e proprio patrimonio naturale. Nonostante si trovi nell’area protetta del Santuario, non ci sono regole specifiche contro l’inquinamento, nessuna misura per limitare il traffico marittimo nelle zone più sensibili o controlli per evitare l’abbandono di rifiuti dalle imbarcazioni come previsto dalla normativa internazionale.

Alcuni volontari di Greenpeace, in collaborazione con il Diving Isola del Giglio, si sono immersi per testimoniare quello che potrebbe essere il preludio di un ennesimo disastro ambientale causato dall’uomo. I volontari-sub hanno raccolto i rifiuti trovati sott’acqua e li hanno portati in spiaggia per contarli e poi differenziarli con l’aiuto del Comune dell’isola. Oltre ai rifiuti, i volontari hanno documentato zone con gorgonie spezzate e altri segni di degrado legati ad ancoraggi scorretti.

“Troppo spesso sotto la superficie del mare si nasconde ciò che non vogliamo vedere: rifiuti, sostanze inquinanti, fondali distrutti da attività di pesca e ricreative ben poco rispettose dell’ambiente,  ricorda Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia. Fa rabbia vedere come alla fine della stagione turistica alcuni tra i fondali più belli del Santuario si trasformino in una vera e propria discarica. È ora di tutelare davvero il nostro mare a partire dalle aree più sensibili”.

“Il Santuario dei Cetacei attende da oltre dieci anni la dovuta tutela, ha aggiunto Monti. Non ci sorprende che in assenza di regole precise la presenza di questi animali, anche al largo dell’isola, sia sempre più sporadico mentre il degrado dell’ecosistema marino aumenta. È responsabilità delle istituzioni e di noi singoli cittadini iniziare a prenderci cura di un patrimonio ambientale che è di tutti”.

(Foto per gentile concessione di Greenpeace)