Kayla Mueller stuprata da Al Baghdadi prima di essere uccisa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Agosto 2015 - 22:48| Aggiornato il 15 Agosto 2015 OLTRE 6 MESI FA
Kayla Mueller, ostaggio Usa stuprata da leader Isis

Kayla Mueller

NEW YORK – Kayla Mueller, la cooperante americana di 26 anni ostaggio dell’Isis che l’ha giustiziata lo scorso febbraio,  è stata costretta ad avere rapporti sessuali con Abu Bakr Baghdadi, il leader dell’Isis. La donna è stata stuprata più volte da Al-Baghdadi, che l’aveva scelta come moglie.

Emerge così un altro terribile capitolo sulla drammatica vicenda della giovane cooperante americana rapita dall’Isis in Siria nel 2013 e poi uccisa a febbraio. Lo Stato islamico ha tentato di usare il suo cadavere in chiave propagandistica: prima affermando che la ragazza era morta per colpa di un raid dell’aviazione giordana, quando Amman reagì con forza alla barbara uccisione del pilota Muath al Kassesbeh, bruciato vivo e immortalato in un video dell’orrore. Poi inviando le foto del cadavere alla famiglia, almeno tre immagini. In una sul volto di Kayla si notavano alcuni lividi ed ematomi, insomma non le ferite tipiche di chi muore sotto un bombardamento. Quei lividi erano probabilmente opera proprio di Abu Bakr al Baghdadi.  Il ‘Califfo’, che l’aveva scelta come moglie e la costrinse ad avere rapporti sessuali, “ripetutamente”.

La denuncia arriva da una ragazzina di 14 anni, una yazida, anche lei schiava sessuale dei jihadisti che è poi riuscita a fuggire. Era detenuta assieme a Kayla. L’intelligence americana ha raccolto altri indizi, che confermano le accuse, e a giugno ha informato i due genitori, Carl e Marsha Mueller. La notizia che la cooperante statunitense era stata in “sposa” a un leader jihadista è emersa poco dopo la sua morte, ma nessuno aveva mai fatto il nome del ‘leader supremo’ dell’organizzazione Baghdadi.

La giovane era tenuta prigioniera da Abu Sayyaf e dalla moglie Umm Sayyaf: lui, considerato il ‘tesoriere’ dell’Isis e responsabile della vendita del petrolio è stato ucciso in un raid a giugno. Lei è stata catturata e consegnata alle autorità del Kurdistan, dove si prepara un processo che si prevede la sbatterà in cella “per lungo tempo”. Negli interrogatori ha confermato lo stupro dell’ostaggio Usa.